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Lamezia Terme, arrestata maestra. Schiaffi e insulti ai bimbi: “Ti faccio il muso a sangue”

Un’insegnante di una scuola elementare del Lametino è stata arrestata e posta ai domiciliari dai carabinieri della Compagnia di Lamezia Terme con l’accusa di maltrattamenti in danno di minori. I bambini, di età compresa tra i 5 e i 7 anni, venivano presi a schiaffi dalla maestra e insultati ripetutamente.
A cura di Susanna Picone
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Dalla Calabria arriva un nuovo caso di maltrattamenti in danno di minori. Una maestra di una scuola elementare del Lametino è stata arrestata e posta ai domiciliari. L’insegnante, secondo quanto è stato accertato dai militari della Compagnia di Lamezia Terme, avrebbe reiteratamente utilizzato metodi di correzione caratterizzati da espressioni di violenza verbale, spesso accompagnate da gesti di violenza fisica nei confronti dei suoi alunni. Alunni – si tratta di bambini tra i cinque e i sette anni – che dall’insegnante ora arrestata sarebbero stati presi a schiaffi, insultati, oggetto di frasi ingiuriose. L'arresto dell'insegnante è stato fatto in esecuzione di un provvedimento emesso dal Gip del Tribunale di Lamezia Terme su richiesta della Procura.

L'allarme lanciato dai genitori dei bambini – A far scattare le indagini e poi permettere l’arresto dell’insegnante sono stati i genitori di alcuni dei piccoli alunni della donna, tutti appunto di età compresa tra i cinque e i sette anni, che inizialmente avevano parlato di “atteggiamenti scomposti”. I genitori hanno segnalato il caso alla dirigente scolastica che a sua volta si è rivolta ai militari. A inchiodare la maestra della scuola elementare alle proprie responsabilità ci sono anche alcuni filmati delle telecamere di videosorveglianza.

“Smettila di urlare che ti faccio il muso a sangue” – Dalla visione e dall’ascolto dei filmati è emerso infatti l’abituale atteggiamento della maestra. Prima uno schiaffo, poi un secondo: “Smettila di urlare che ti faccio il muso a sangue”, i rimproveri ai bambini. I carabinieri hanno registrato numerosi episodi in cui l’insegnante si lasciava andare a espressioni gratuitamente denigratorie nei confronti degli alunni. “Porco maiale sono stanca, dovete stare divisi, ognuno nel suo recinto”, alcune delle frasi intercettate.

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