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L’allarme dell’Istat: in Italia 5 mln di poveri assoluti, 28,9% della popolazione è a rischio

L’Istat ha il compito di sviluppare le statistiche italiane per il progetto Agenda 2030, voluto dall’Onu. Dai 17 obiettivi da raggiungere emergono i dati sulla povertà assoluta, con 5 milioni di italiani sotto la soglia minima. Siamo terzi in Europa per il numero di disoccupati, anche se il numero di laureati è sopra lo standard.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Nel 2015 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha deciso di adottare l'Agenda 2030, un progetto per lo sviluppo sostenibile che stabilisce 17 obiettivi, con 169 sotto-obiettivi e 244 indicatori. Il fine del programma è eliminare la povertà, proteggere il pianeta e raggiungere la prosperità diffusa. La Commissione Statistica dell'Onu ha adottato un sistema di indicatori consolidati e innovativi: per l'Italia l’Istat ha il compito di sviluppare le statistiche necessarie per il monitoraggio dell’Agenda 2030. Nel Rapporto SDGs 2019pubblicato oggi dall'istituto italiano, sono riassunti i risultati relativi ai 17 goals (obiettivi) del progetto per il nostro Paese.

Il primo obiettivo è "sconfiggere la povertà" e, nonostante un leggero miglioramento, tra gli indicatori emerge un dato importante: la popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale è pari al 28,9%, ovvero 17 milioni di persone, mentre l'8,4% degli individui, più di 5 milioni, sono poveri assoluti. Il secondo "goal" invece è "sconfiggere la fame" e, tra i risultati delle ricerche, si può leggere che un bambino su tre è sovrappeso. Il terzo obiettivo riguarda la salute, con l'Italia che è tra i Paesi europei con il tasso più basso di mortalità neonatale e sotto i cinque anni. Tornano ad aumentare invece i decessi in incidenti stradali, mentre gli anni attesi di vita in buona salute alla nascita nel nostro Paese sono 58,7.

Raggiunto l'obiettivo europeo per i laureati tra i 30 e i 34 anni, che in Italia sono il 27,9%, contenuto nel quarto "goal", relativo all'istruzione. Il dato allarmante è la quota di Neet persone non impegnate né in studio, né in formazione, né in lavoro, tra i 25 e i 29 anni, con il valore più elevato dell’Ue (30,9%). Mentre il tasso di disoccupazione è sceso al 10,6%, con il nostro Paese che è comunque terzo in Europa in questa classifica negativa, salgono invece il tasso di occupazione (63%) e Pil reale (+1,0%). Il nono obiettivo riguarda le imprese con un netto aumento delle aziende innovative, mentre c'è un divario marcato con i grandi Paesi europei nella sezione Ricerca e Sviluppo.

Il quinto "goal", sulla parità di genere, racconta una diminuzione dei casi di violenza sulle donne con un aumento della gravità. Resta bassa la presenza delle donne nel Parlamento nazionale, mentre diminuisce il tasso di occupazione delle donne con figli in età prescolare. Le altre disuguaglianze, trattate nel decimo obiettivo, vedono un aumento della differenza di reddito disponibile, ma anche un calo importante delle acquisizioni di cittadinanza.

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