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Lacrime di sangue dalla statua, ma il miracolo è falso: fra’ Gigino a giudizio

Il prete è indagato per “abuso della credulità popolare”: il liquido sulla statua del Bambino Gesù nel santuario di Sant’Antonio e San Francesco a Cava de’ Tirreni è stato apposto artificialmente.
A cura di B. C.
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E' una ipotesi di reato sicuramente particolare quella di cui è accusato Gigino Petrone, rettore del Santuario di Sant'Antonio e San Francesco a Cava de' Terreni. L'uomo di chiesa è infatti accusato di "abuso della, credulità popolare". Per questo motivo dovrà comparire in giudizio, il prossimo 3 marzo davanti al giudice monocratico Passaro del Tribunale di Salerno. Sembra, infatti, che il prete abbia manomesso la statuetta del Bambiniello, comprata da lui stesso a Gerusalemme e divenuta famosa per aver lacrimato sangue umano. Secondo le ipotesi del sostituto procuratore Roberto Penna, quelle lacrime rosse sarebbero state sistemate ad arte per creare il ‘miracoloso' fenomeno. Nello specifico, il magistrato ha evidenziato che la fuoriuscita del sangue "non ha seguito il normale percorso legato alla forza gravitazionale". In pratica non sarebbe uscito dagli occhi per poi scorrere verso il basso, ma al contrario avrebbe preso direzioni diverse. Insomma, l'ipotesi degli inquirenti è che quel sangue sia stato spruzzato, forse, con una siringa. Ora, come detto, fra' Gigino dovrà rispondere del reato di abuso della credulità popolare, ed è probabile che gli vengano chiesti anche ulteriori chiarimenti sulle offerte, numerose, ricevute dopo il finto miracolo.

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