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La testata dell’Unità è stata pignorata su richiesta dei suoi ex giornalisti

La testata dell’Unità è stata pignorata dopo la richiesta di 28 giornalisti che sono in cassa integrazione e non hanno ricevuto due mesi di stipendio. Ora la testata potrebbe essere venduta coattivamente.
A cura di Stefano Rizzuti
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La testata dell’Unità è stata pignorata su iniziativa dei giornalisti che si trovano in cassa integrazione da luglio. La notizia è stata riportata da Il Fatto Quotidiano che spiega come l’operazione sia stata notificata al registro della stampa presso il tribunale di Roma. I giornalisti dell’Unità avevano presentato istanza di pignoramento della testata per il mancato pagamento degli stipendi di maggio e giugno, prima della chiusura del giornale arrivata nel luglio del 2017.

Ora la testata potrebbe essere venduta coattivamente. I lavoratori si erano rivolti in prima istanza, per il pagamento degli stipendi, alla società editrice, ma dopo il mancato riscontro hanno deciso per il ricorso all’autorità giudiziaria. Il tribunale ha quindi “accolto i ricorsi presentati dai legali dei lavoratori ed ha emanato una serie di decreti ingiuntivi cui sono seguiti molteplici pignoramenti della testata”.

Gli stipendi non sono stati corrisposti a 28 giornalisti, compreso il direttore Staino. Per quanto riguarda il personale poligrafico il decreto di accesso alla cassa integrazione è stato approvato ma mancando parte della documentazione l’assegno non può ancora essere corrisposto. Quindi i dipendenti non giornalisti non hanno accesso neanche alla cassa integrazione, al contrario dei giornalisti per cui è intervenuto l’ente di riferimento della categoria.

La storia recente dell’Unità

Il giornale fondato nel 1924 da Antonio Gramsci era tornato in edicola nel luglio del 2015 su iniziativa del segretario del Pd Matteo Renzi. Nella società che deteneva la proprietà faceva parte per l’80% il gruppo Pessina. Il restante 20% delle quote spettava al Pd. A inizio del 2017, come ricorda Il Fatto, le quote del gruppo Pessina sono salite al 90%.

Dopo due anni l’esperienza dell’Unità è finita a causa della scarsa diffusione del giornale e per le conseguenti difficoltà economiche. Si è poi arrivati così alla drastica decisione dell’azienda di rifiutarsi di pagare gli ultimi due mesi di stipendio da corrispondere a giornalisti e ad altro personale dipendente in seguito anche al pessimo clima che si era creato tra azienda e lavoratori. Proprio dal mancato pagamento di quei due mesi è nata la richiesta dei 28 giornalisti che ha portato al pignoramento dell’Unità.

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