1.472 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

La storia di Rina, la mamma di due figlie scomparsa a Cosenza

Aveva accompagnato un amico a fare delle commissioni, ma era rimasta ad aspettarlo in auto, la stessa che lui ha ritrovato vuota. Due ore dopo la borsa di Rina Pennetti, 39enne madre di due figlie, viene recuperata per caso a 100 metri da dove era parcheggiata l’auto, a Rende. Qualcuno l’ha portata via con la forza?
A cura di Angela Marino
1.472 CONDIVISIONI

Immagine

Spezzano della Sila, provincia di Cosenza, è il 6 ottobre del 2009, Rina Pennetti, 39 anni, figlia dell'omonimo imprenditore cosentino, esce di casa per incontrare l'amico Fabio e andare con lui a Rende. Fabio la lascia ad aspettarlo in auto mentre fa alcune commissioni, perché Rina, in terapia farmacologica per ‘depressione' con una dozzina di pillole al giorno, è molto assonnata. Sono le 9 del mattino passate, lui rientra in auto pochi minuti dopo, ma lei è sparita. Due ore più tardi una donna ritrova il telefono di Rina e la borsa, con il manico strappato, all'esterno del suo negozio di parruccheria, a circa 100 metri da dove si trovava parcheggiata l'auto del suo amico. Rina ha passato in strada quei 120 minuti? Era sola? E perché ha abbandonato così la sua borsa? Domande inquietanti, la cui unica risposta sensata è che non ha avuto scelta, ha lasciato a terra la borsa perché costretta da qualcuno, trattenuta, forse trascinata.

E qui si aprono più piste, tutte percorribili, ma bisogna tornare indietro e capire chi è Rina Pennetti. Figlia del patron dei pavimenti in legno, 39 anni, madre di due bambine e single fresca di separazione, vive nello stesso stabile dove abitano i suoi familiari e non per caso. Rina è una donna molto fragile, tanto che la morte della madre prima e l'abbandono del marito poi, l'hanno sprofondata in una depressione che si è manifestata con un grave disturbo alimentare. È stato il suo papà, pilastro della famiglia, ad aiutarla la prima volta facendola curare in una clinica svizzera e poi in una struttura padovana, che la dichiara guarita tanto che lei fa ritorno a casa. Rina, però, non è solo una donna instabile, è anche e soprattutto una donna molto affascinante, di una bellezza che ipnotizza. Rina, come ben sa la sua famiglia, non passava mai inosservata.

Il suo fascino conquista lo stesso Fabio, l'amico del passaggio in auto che è stato l'ultimo a vederla, quello che si accorge della sua scomparsa, ma non allerta nessuno. Dopo la separazione aveva avuto una breve relazione con Rina, ma lei non era concentrata su questa storia e così era finita. Rina, aveva altri demoni con cui combattere, ma anche altri amori tra cui il suo papà, la persona a cui quell'ultima mattina dedica le sue attenzioni. Appena sveglia, anche se non vivono insieme gli porta la colazione (e si arrabbia con la sorella Alba perché non lo ha fatto lei), poi gli porta il pranzo al lavoro e infine, dopo queste commissioni che svolge con la sua auto, nonostante il torpore delle medicine, sale in auto con Fabio per accompagnarlo a fare quella commissione al colorificio.

La prima pista è quella dell'incidente. Rina, probabilmente è vittima di una disgrazia dopo che è scesa dall'auto di Fabio, sebbene nessun corpo sia stato attribuito a lei e nessuna segnalazioni sia giunta in quei giorni dagli ospedali. La seconda, è quella dell'allontanamento volontario. La bella mamma rimasta sola, forse, ha voluto tagliare i ponti con la sua vita. Anche questa, tuttavia, appare poco plausibile per la dipendenza che Rina aveva dal padre, che mai avrebbe accettato di non sentire, come le sue figlie. La terza, è che possa essersi fatta del male, ma per il primo e per il secondo motivo che invalidano le due piste precedenti, anche questa ha poche speranze. Rina non è stata ritrovata senza vita, né ferita, Rina non avrebbe lasciato mai il padre (né le figlie).

Resta l'ultima strada, quella dell'omicidio grazie alla quale il caso, prontamente archiviato senza troppo affanno nelle ricerche, viene riaperto. L'unica spiegazione per quello strano ritrovamento è che Rina sia stata trascinata via, forse in macchina, da qualcuno che le ha usato violenza e poi ne ha nascosto il corpo. Chi è stato? Dopo 10 anni, forse, questa domanda potrebbe trovare la sua risposta grazie alla scoperta, avvenuta per caso, di una misteriosa SIM che era appartenuta a Rina, nella casa di famiglia. La scheda di memoria è stata portata alla luce da un banale incidente domestico, una pallonata scalciata dai bambini contro un mobile. Tra i cocci di una cornice andata in frantumi, infatti, è spuntata la microscheda, che verosimilmente era nascosta nella cornice della foto. Molti dei numeri presenti su quella scheda non sono stati investigati. È questa la chiave del giallo?

1.472 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views