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La storia di Marcello, ucciso in Thailandia: “Lo hanno sezionato per rubargli gli organi”

Nel Sudest asiatico emarginati sull’orlo dell’indigenza, prigionieri e perseguitati vengono torturati da persone senza scrupoli che li sezionano come cavie per rivendere pezzi del loro corpo per traffico di organi. Questa sorte portebbe essere toccata anche a Marcello Mancusi, un ragazzo calabrese durante il suo viaggio in Thailandia. Accorsi per la notizia della sua morte, i parenti hanno trovato Marcello sezionato, con gli occhi e gli organi cavati.
A cura di Angela Marino
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Presumiamo che un giovane 36enne calabrese che lavora come ispettore dell’Asl in provincia di Catanzaro, parta per un viaggio in Thailandia alla scoperta della natura. Vuole praticare escursioni e navigare il maestoso Mekong, il fiume più lungo del Sudest asiatico, in barca. Parte solo, arriva a Bangkok un giorno di ottobre del 2002. Resta qualche giorno nella città dei templi, poi, incontrati due israeliani, Akiva Shlomo Shauli e Moshav Shilat, si sposta verso la Thailandia del Nord, dove soggiorna con loro in una guest house a Chiang Mai, a otto ore dalla capitale.

Insieme ai due israeliani si sposta a nordest, in una cittadina posta al confine con il Laos, Udon Thani. Una scelta insolita per un turista in cerca di paradisiaci scorci naturali, quella di raggiungere uno dei posti più poveri e affollati della terra. Tuttavia, in questa storia il giovane alloggia proprio in quell'alveare umano che è Udon. Successivamente si sposta ancora più a nord, a Nong Khai, dove paga in anticipo una stanza in una guest house. Qui comincia un viaggio all'inferno che finisce con il protagonista disteso su un tavolo di obitorio con una cucitura che gli taglia in due il petto fino alle scapole, gli occhi cavati e gli organi asportati.

"Per preservare il corpo dal caldo" dice la polizia locale quando i fratelli del giovane ispettore dell'Asl, richiamati dalla Calabria, chiedono conto delle condizioni in cui ritrovano il corpo del fratello. Perché sono stati prelevati gli organi del corpo? Le cornee sono state espiantate e lungo la fronte scorrono due lacrime di sangue. La parete frontale sinistra, inoltre, presenta tracce di un colpo fortissimo. Che cosa è successo al nostro protagonista, in mezzo alla baracche thailandesi?

La polizia riferisce alla famiglia che il ragazzo è stato visto dare segni di agitazione dalle persone presenti nella guest house la notte del suo arrivo. Non avrebbe chiuso occhio e l'indomani sarebbe andato via in sella a un motorino rubato. Finito in prigione, sarebbe morto in seguito a un arresto cardiaco. Questa è la prima versione degli agenti locali, mentre l'autopsia –  eseguita in loco, da medici thailandesi – non rivela tracce di droghe nel sangue e indica come causa della morte l'asfissia da strangolamento. A questo punto la polizia corregge il tiro e comunica ai parenti che il giovane è stato ucciso dai compagni di cella durante una rissa.

Dunque, le cose stanno così: un giovane ispettore dell'Asl con carte di credito e contanti al seguito avrebbe rubato un motorino e sarebbe fuggito, dando segni di agitazione, per poi finire cadavere sezionato in un obitorio? Anche in una storia ipotetica questa ricostruzione non ha il minimo senso. E infatti, qualche tempo dopo i familiari del giovane calabresi dagli occhi color smeraldo, vengono a sapere tramite l'allora fidanzata del ragazzo, che un misterioso agente turco si è fatto vivo dicendo di sapere cosa è successo al turista italiano. Arrivato in Thailandia, dice, è stato puntato da figure coinvolte nel traffico di organi che lo avrebbero ucciso per espiantarne gli organi da vendere al mercato nero.

Ciò spiega perché gli siano stati cavate le cornee e svuotato il petto, spiega perché vi sia stata reticenza da parte delle autorità locali. L'Indocina, è infatti bacino fertile per i trafficanti che vendono organi a facoltosi malati europei che morirebbero se aspettassero il loro turno per avere un organo, nelle liste d'attesa. Così i mercenari di corpi umani, con la compiacenza delle autorità e l'apporto di medici del luogo, espiantano polmoni, reni, pancreas, fegato e cornea da impiantare in altri corpi. Questi ultimi tre sono i più trafficati in quanto non richiedono operazioni complesse né attrezzature avanzate.

In Cina, racconta il documentario Hard to believe, di Ken Petras, avverrebbe il prelievo forzato di massa di organi dai praticanti del culto religioso Falun Gong- (oggetto di repressione dal 1999). A portare alla luce questa mattanza, nel 2006, sono stati alcuni testimoni, tra cui, la moglie di un chirurgo dell'Ospedale di Sujiatun, a Shenyang. In India, invece, i mediatori mettono in contatto i contadini indiani delle baraccopoli, con i malati abbienti di ogni provenienza. L’organo più ‘prezioso' è il polmone, che può costare i trecentomila euro. Le vittime sono spesso bambini.

Dunque, nel Sudest asiatico emarginati sull'orlo dell'indigenza, prigionieri e perseguitati vengono torturati da persone senza scrupoli che li sezionano come cavie per rivendere pezzi del loro corpo per traffico di organi. Supponiamo che in questa storia sia andata proprio così, che il turista italiano si sia imbattuto in due intermediari dei trafficanti, che sia stato drogato, rapito e poi sottoposto a espianto forzato di organi. Caso chiuso.

Questa, però, è la storia di Marcello Mancusi, 36enne calabrese partito in piena saluta e tornato cadavere, nella sua Italia. Sono ormai quindici anni che sua sorella chiede alla Procura di scoprire chi e perché ha trattato suo fratello come una cavia da laboratorio.

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