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La Spezia, morto il barista ricoverato in gravi condizioni: colpito da meningite

Il giovane, Gennaro Canfora, impiegato in un locale di piazza Chiodo, era ricoverato da venerdì all’ospedale Sant’Andrea. I familiari hanno autorizzato la donazione degli organi. Sottoposte a profilassi decine di persone.
A cura di Ida Artiaco
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È cerebralmente morto Gennaro Canfora, il barista e studente 25enne di La Spezia ricoverato dallo scorso venerdì all'ospedale Sant'Andrea per meningite meningococcica con sepsi. Domenica pomeriggio, come si apprende da fonti ospedaliere, sono cominciate le procedure per l'accertamento del decesso del ragazzo. L'osservazione durerà sei ore: se in questo periodo l'encefalo non mostrerà alcuna attività il giovane sarà dichiarato morto. I familiari hanno intanto autorizzato la donazione degli organi.

Il 25enne era stato ricoverato lo scorso venerdì, ma le sue condizioni da subito precipitate. Come hanno comunicato i sanitari, che nelle ultime ore avevano effettuato nuove analisi sul ragazzo, dall'elettroencefalogramma è emersa una valutazione neurologica in netto peggioramento. Il caso ha costretto numerose persone alla profilassi. Domenica mattina circa 80 persone, che avevano incontrato il paziente mentre era a lavoro o all'università, si sono presentate per tutte le cure del caso. Il giorno precedente si erano presentati in 300 e ci sono state anche difficoltà a reperire il farmaco.

Tuttavia, per evitare che si generi intorno al caso una vera e propria psicosi, le istituzioni sottolineano che il locale dove lavora il 25enne, che si trova in piazza Chiodo, può essere frequentato senza problemi. In via esclusivamente precauzionale, tutti coloro che, tra il 23 e il 30 gennaio scorso, hanno frequentato il bar sono invitati a procedere con la profilassi antibiotica tramite cirofloxacina mg 500 in unica dose. "In provincia non esiste alcun focolaio epidemico – ha dichiarato il sindaco di La Spezia Massimo Federici, ma un caso isolato e sporadico, in analogia a quanto già avvenuto negli anni passati. La profilassi antibiotica deve essere riservata alle sole persone che hanno avuto un contatto stretto e ravvicinato con il malato nei sette giorni precedenti la malattia".

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