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La sindaca del comune sardo che inventa un sistema per non far pagare l’Iva ai cittadini

La sindaca del piccolo comune sardo di Giave, Maria Antonietta Uras, ha deciso di istituire una zona franca: “I residenti del territorio non pagheranno Iva e accise”. E la sua sfida simbolica parte da un distributore di benzina, ma la delibera comunale non è applicabile in quanto Iva e accise dipendono da leggi statali e alla fine i prezzi rimangono invariati.
A cura di Stefano Rizzuti
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Si tratta solo di una provocazione, eppure in Sardegna l’idea della sindaca di Giave, paesino in provincia di Sassari, Maria Antonietta Uras ha riscosso molto successo e tanti cittadini della zona chiedono ai loro rappresentanti di copiare l’idea. L’iniziativa voluta dalla Uras è quella di istituire una zona franca in tutto il territorio comunale per i residenti dell’area: in parole povere per i cittadini di Giave non andrebbero più pagate l’Iva e le accise sui beni acquistati. Iniziativa che però, ovviamente, si scontra con le leggi statali e che quindi non può in alcun modo essere applicata realmente.

La mia è chiaramente una provocazione – spiega la sindaca all’Ansa -. So bene che per attuare veramente la zona franca servono atti ben più importanti, ma le mie azioni non sono campate in aria. Gli atti che il comune di Giave ha adottato sono basati su precise leggi nazionali e regionali, e sono stati deliberati dopo aver consultato giuristi ed esperti fiscali di alto livello”.

La vicenda

A dicembre due deliberazioni comunali hanno istituito la zona franca. Alla fine del mese la sindaca ha inviato una lettera alla Kuwait Petroleum Spa e al gestore della stazione di servizio del paese. La volontà del primo cittadino era quella di colpire simbolicamente un consumo comune a quasi tutti i residenti, abbassando il prezzo della benzina e del diesel. Le deliberazioni, come ricordato da Uras nella lettera, prevedono “dal primo gennaio l’esenzione totale dell’Iva e delle accise sulla benzina, sul gasolio e sul petrolio, oltre agli altri beni di consumo” presenti nel punto vendita. Così ha chiesto alla società di erogare il servizio “in totale esenzione Iva e accise” per la “sola popolazione residente”.

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Giuseppe Mura, titolare della stazione di servizio, non ha però ritoccato i prezzi e, come riportato da La Nuova Sardegna, spiega: “Ci sono degli accordi con la Q8 e i macchinari sono tarati, io non ho la facoltà di modificare il costo del carburante dall’oggi al domani. Magari potessi. E poi chi mi rimborsa? Perciò mi dispiace per tutti i clienti che si sono presentati convinti dei ribassi, ma qui la benzina si paga ancora a prezzo pieno”.

Nonostante questo, la sindaca non si è comunque rassegnata. Così, dopo le segnalazioni di alcuni cittadini, ha deciso di verificare di persona scoprendo che il prezzo rimaneva invariato anche dopo le delibere. “Tutti i residenti – è il rimedio messo in campo da Uras – avranno una scheda sulla quale segnare l'importo pagato. Cifra di cui potranno chiedere il rimborso o portare anche come compensazione di altri tributi. Naturalmente ci si riferisce esclusivamente alle percentuali di iva e accise”. E quindi la sindaca promette di inviare la scheda carburante a Roma chiedendo i soldi allo Stato. Che ovviamente non restituirà nulla ai cittadini di Giave.

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