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La Regione Veneto avvia verifiche sui diplomi dei bidelli delle scuole. Ma solo su quelli campani

Le autorità scolastiche regionali venete hanno avviato controlli a tappeto su bidelli e personale amministrativo di tutti gli istituti di ogni ordine e grado, con un dettaglio non irrilevante: i controlli vengono effettuati solo sui campani.
A cura di Davide Falcioni
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Una circolare redatta dalle autorità scolastiche della Regione Veneto è stata indirizzata a tutti i provveditorati affinché effettuino controlli approfonditi e a tappeto su abilitazioni, punteggi e titoli dei collaboratori scolastici, cioè i bidelli, e del personale amministrativo che lavora nelle segreterie delle scuole venete. Con un dettaglio non irrilevante: le verifiche vanno effettuate solo solo sui lavoratori provenienti dalla Campania. A far scattare l’allarme è stata una scuola di Garda, in provincia di Verona, che ha segnalato anomalie riguardanti la verifica di alcuni dati personali circa le nuove assunzioni.

A confermare la notizia è stata l’assessora all’Istruzione della regione Veneto, Elena Donazzan, che in un'intervista rilasciata all’Ansa ha reso noto di aver avviato accertamenti sui titoli dei collaboratori scolastici e degli assistenti amministrativi. Donazzan ha poi riferito di aver intenzione di scrivere alla collega della Campania, per suggerirle di fare accertamenti accurati – sottolinea – "altrimenti la reputazione dell’intera Regione Campania ne soffrirà naturalmente. Qui daremo la massima collaborazione alle forze dell’ordine per bloccare questo malcostume. Il ‘diplomificio’ facile, conclude l’Assessore veneto, non trova spazio in Veneto e deve essere così anche altrove”.

Già nel febbraio scorso la Guardia di Finanza aveva indagato su decine di posizioni relative agli anni Novanta, sempre di personale Ata, sempre proveniente dalla Campania. Stavolta a insospettirsi è stata una scuola di Garda, che si è attivata per effettuare verifiche per la convalida del punteggio del personale Ata assunto per il triennio 2018/2021, quando si è accorta che qualcosa non quadrava; come scrive Il Gazzettino: “Qualsiasi tentativo di accedere a info e documentazioni si è rivelato un vicolo cieco. E nei rari casi in cui di documentazione se n'è trovata in abbondanza, sono punteggi e riscontri a lasciare perplessi”. Resta da capire, comunque, come mai i controlli a tappeto non siano stati ordinati anche per lavoratori provenienti da altre regioni italiane, bensì solo da quelli campani.

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