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La proposta: sindaci eletti col 40% senza ballottaggio. M5s: “Mossa del Pd per eliminarci”

In un post sul blog di Grillo a firma di Danilo Toninelli si accusa il Pd di voler abbassare la soglia per l’elezione al primo turno dei sindaci al 40%: “Ai ballottaggi vince sempre il M5s, non vogliono perdere e cambiano le regole”.
A cura di Stefano Rizzuti
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"Una nuova legge elettorale anti MoVimento 5 Stelle", scrive il garante del M5s Beppe Grillo su Twitter rilanciando un post (pubblicato sul blog) del deputato Danilo Toninelli nel quale si accusa il "Pd con il solito Verdini" di voler "eliminare la possibilità che il MoVimento 5 Stelle vada alla guida di nuovi comuni". L'accusa di Toninelli è che "anziché far decidere al popolo qual è la maggioranza, vogliono decretare che la minoranza diventi maggioranza, attraverso le ammucchiate di liste". Sotto attacco è la proposta di una nuova legge elettorale dei comuni all'esame della commissione Affari Costituzionali della Camera che "consente l'elezione del sindaco a chi raggiunge il 40% al primo turno, senza ballottaggio".

"Vi pare che in questo momento quello di cui il Paese ha bisogno sia una legge sulle elezioni comunali? Con la disoccupazione che esplode, l'Italia che brucia, gli sbarchi dei migranti che proseguono incontrollati mentre l'Europa chiude le frontiere, non si riesce a trovare niente di meglio con cui occupare il lavoro del Parlamento?", attacca Toninelli. "Certo che no. A meno che ti chiami Pd e vuoi evitare in tutti i modi che succeda di nuovo che vincano Virginia a Roma e Chiara a Torino", continua il deputato M5s facendo riferimento alle elezioni amministrative del 2016 quando Virginia Raggi e Chiara Appendino hanno vinto i ballottaggi rispettivamente a Roma e Torino, proprio contro candidati del Pd.

"Così giù dal 50% al 40% la percentuale per vincere al primo turno ed evitare il ballottaggio, dove vince sempre il MoVimento 5 Stelle", motivo per cui secondo Toninelli si vogliono apportare queste modifiche alla legge per l'elezione dei sindaci. "Con questa ennesima porcata oggi il sindaco di Torino sarebbe Fassino che al primo turno prese il 41% dei voti ma che poi al ballottaggio venne asfaltato da Chiara Appendino", argomenta ancora.

Secondo Toninelli, la legge elettorale dei sindaci è stata sempre apprezzata tanto da essere "quella fino ad oggi più osannata", in grado di ispirare "le riforme elettorali" e di garantire "una certa stabilità nei comuni". Adesso, è il parere del deputato M5s, "deve essere cambiata perché il Pd ha una paura fottuta di perdere il suo potere nel territorio dopo la sonora tranvata delle ultime elezioni comunali e a fronte della continua crescita del MoVimento 5 Stelle. Questo è solo il primo passo, tra un po' sposteranno ancora più in giù l'asticella fino a che faranno una legge elettorale in cui va al governo chi perde le elezioni, se a perdere sono loro".

Il post si conclude con un ultimo attacco nei confronti del Pd:

Sono come i bambini che non vogliono perdere e cambiano le regole del gioco, ma qui stiamo parlando della democrazia e del diritto di partecipazione dei cittadini alla vita della loro città. Le riforme da fare sono per dare più potere di scelta alle persone, non per togliergliene ancora. Il Pd è bulimico di potere e non può farne a meno. Questa gente è un pericolo e va fermata. La battaglia è appena iniziata.

La proposta di legge a cui fa riferimento Toninelli è la numero 4002, dal titolo "Modifiche al testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e altre disposizioni, in materia di elezione del sindaco e del consiglio comunale". Il testo della proposta prevede l'abbassamento della soglia per l'elezione del sindaco al primo turno al 40% dei voti. Introducendo, inoltre, il doppio turno anche per i comuni con oltre 10mila abitanti e non più, come accade tuttora, solamente per quelli con più di 15mila abitanti. Un'operazione che aggiungerebbe "479 comuni" agli attuali 724 di oggi coinvolti nel doppio turno, secondo quanto riporta la proposta. Tra i punti del provvedimento c'è anche quello di stabilire una soglia di accesso per la ripartizione dei seggi del consiglio comunale al 3% sia per le liste singole che per le coalizioni. Inoltre, si propone di aumentare il numero di firme necessario per poter presentare una lista alla competizione elettorale.

L'ipotesi dell'elezione al primo turno "in presenza di un candidato che superi il 40% dei voti" e non più del 50% come avviene oggi, servirebbe – secondo quanto si legge nella proposta – per  “ridurre i casi in cui un candidato sostenuto da un’ampia fetta di cittadini venga poi sconfitto al ballottaggio con meno voti di quelli da lui ottenuti al primo turno”.

In Sicilia i sindaci vengono già eletti al primo turno se raggiungono il 40% dei voti. Con questo sistema si è votato quest'anno a Palermo, dove il candidato del centrosinistra Leoluca Orlando è stato rieletto sindaco al primo turno con il 46% dei voti. La regione Sicilia ha approvato nel 2016 una legge che prevede una diversa regolamentazione per l'elezione dei sindaci nelle città dell'isola. Per essere eletti al primo turno è infatti sufficiente conquistare il 40% dei voti, nonostante in tutta Italia, ad oggi, sia possibile evitare il ballottaggio nei comuni con più di 15mila abitanti solamente nel caso di raggiungimento della soglia del 50%.

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