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La maestra guadagnava solo 300 euro (invece di 1200): suora a processo

Una maestra di una scuola di Palermo ha raccontato che le facevano firmare una busta paga “normale” ma che in realtà guadagnava circa 300 euro. Nei guai sono finite tre suore del Collegio di Maria al Borgo.
A cura di Susanna Picone
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Una suora è già sotto processo mentre altre due rischiano di finirci. Per le tre religiose l’accusa è di estorsione. La vicenda, raccontata sulle pagine di Repubblica, arriva da Palermo. Una maestra ha denunciato che per insegnare nella scuola elementare della Congregazione delle suore collegine della Sacra Famiglia di via Evangelista di Blasi a Palermo ha dovuto accettare stipendi da fame ma, allo stesso tempo, firmare buste paga di importi quattro volte superiori. La maestra, insomma, dichiarava di ricevere 1200 euro ma nelle sue tasche finivano solo 300 euro. Questo sarebbe stato il compromesso per lavorare, se l’insegnante non voleva accettarlo era libera di licenziarsi. Per quasi dieci anni, secondo quanto denunciato dalla maestra, avrebbe lavorato per guadagnare 300 euro al mese: “Ho accettato perché non avevo scelta e dovevo maturare il punteggio per poter insegnare nella scuola pubblica”, ha detto l’insegnante che poi, nel 2010, è stata licenziata senza preavviso per la riduzione delle iscrizioni di alunni.

La denuncia dell’insegnante e il processo alle suore – “La mia assistita ha deciso di sporgere denuncia dopo il licenziamento — è quanto ha spiegato il suo avvocato — anche perché è in quel momento che ha scoperto che il resto del suo stipendio finiva nelle tasche delle sorelle”. All’indomani del licenziamento è stato dimezzato, secondo la denuncia della maestra, anche il compenso del trattamento di fine rapporto. Delle tre religiose di Palermo una – la direttrice del collegio che avrebbe avuto il colloquio con la maestra che ha presentato denuncia – è già sotto processo. Le altre due suore, la madre superiora e la sorella che si occupa della parte amministrativa del collegio, rischiano invece  il processo. La maestra che ha denunciato la vicenda si è costituita parte civile.

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