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La madre che ha fatto ricorso per il cognome del figlio: “Conquistato un diritto civile”

Ieri la Consulta ha dichiarato l’illegittimità della norma che prevede l’automatica attribuzione del cognome paterno al figlio legittimo, in presenza di una diversa volontà dei genitori. La sentenza nasce dal ricorso di una coppia italo-brasiliana che aveva chiesto di poter registrare il figlio col doppio cognome.
A cura di Susanna Picone
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Con una scelta storica ieri la Corte costituzionale ha detto sì al cognome materno per i figli. Ha in particolare “accolto la questione di legittimità costituzionale sollevata dalla Corte di appello di Genova sul cognome del figlio” e dichiarato “l’illegittimità della norma che prevede l’automatica attribuzione del cognome paterno al figlio legittimo, in presenza di una diversa volontà dei genitori”. La Corte d'Appello di Genova aveva sollevato la questione di legittimità davanti alla Consulta sul caso di una coppia italo-brasiliana che voleva assegnare al proprio figlio il doppio cognome e la cui richiesta era stata respinta. “Siamo partiti da un desiderio personale, quello appunto che nostro figlio avesse entrambi i nostri nomi, tenendo anche conto che in Brasile lui è identificato così. Ma poi, nel tenere duro durante i vari processi, quello che ci ha portato avanti è stata la decisione di conquistare un diritto civile, utile a tutti i genitori, e in particolare alle madri”, ha commentato con Repubblica Manuela Magalhaes, la donna di nazionalità brasiliana che insieme al marito Marcello Galli si è rivolta alla giustizia per poter dare il proprio cognome al figlio.

“È stata battaglia di diritti civili” – Parla quindi di una vittoria che vale per tutte le donne e tutti i bambini: “Non abbiamo mai perso l'ottimismo – ha spiegato la donna affermando di non aver mai pensato di ricorrere al prefetto -. La società è pronta al cambiamento, lo dimostra questa sentenza, è la politica che è lontana dalle persone”. “Fin da subito, da quanto V. era neonato e l'ufficiale di anagrafe rifiutò di registrarlo anche con il mio cognome, abbiano capito che sarebbe stata una battaglia di diritti civili. E sia mio marito che io crediamo fortemente, ancora, che si possa cambiare la società partendo dai cittadini”, ha aggiunto ancora la signora Magalhaes. Soddisfatti anche i legali della coppia. “Siamo raggianti. Siamo felici che da una questione privata si possa essere utili alla collettività. Felici di potere avere dato la prospettiva di avere una famiglia democratica”, così Susanna Schivo, che insieme al collega Riccardo Passeggi, ha presentato il ricorso alla Consulta.

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