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La crisi delle aziende italiane? Colpa delle contraffazioni e dell’illegalità

Secondo una ricerca della Confcommercio, le aziende italiane del terziario si ritengono molto danneggiate dall’illegalità e dalla contraffazione.
A cura di Antonio Palma
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La crisi che sta colpendo le aziende italiane costrette a chiudere e a licenziare migliaia di dipendenti è dovuta in larga parte anche all'annoso fenomeno della contraffazione dei prodotti e all'illegalità diffusa nel nostro Paese. A sostenerlo sono gli stessi titolari delle imprese italiane interpellati dalla Confcommercio  per la sua indagine "Imprese per l'Italia" per capire quale sia il sentimento delle imprese del terziario nei confronti dell'illegalità, della contraffazione e dell'abusivismo, realizzata in collaborazione con Format Ricerche. Dall'indagine dell'associazione dei commercianti, infatti, è emerso che quattro imprese su cinque si sentono danneggiate dall'azione dell'illegalità e dai meccanismi commerciali fuori dalle regole, un sentimento ancora più vivo in particolare nel sud del Paese. Oltre un terzo delle imprese, vale a dire quasi il 35%, segnala in effetti un'intensificazione dei fenomeni illegali rispetto a tre anni fa nel territorio in cui opera e per il 75,3% degli imprenditori del terziario questo si traduce in una mancata vendita a causa della concorrenza sleale.

Motivi economici dietro acquisti illegali – Ovviamente tutto questo secondo gli stessi imprenditori ha origine nella crisi economica generale in cui versa l'Italia ormai da tempo, perché è il motivo principale dell'acquisto di prodotti o servizi illegali da parte dei consumatori. Oltre il 70% degli imprenditori infatti ritiene che il motivo principale dell'acquisto di prodotti non originali o in qualche modo illegali da parte degli italiani sia esclusivamente di natura economica. Una situazione che è ritenuta molto grave e pericolosa dalle imprese del commercio, del turismo e dei servizi che lamentano in particolare la concorrenza sleale di venditori non dotati delle apposite autorizzazioni e delle vendite su Internet senza controlli. Analoga preoccupazione arriva per la concorrenza delle imprese non italiane che, pure operando nel nostro paese, non sono tenute al rispetto delle vigenti norme italiane relative alla sicurezza.

Maggiori controlli e sanzioni – Per risolvere questa situazione secondo le imprese italiane sarebbero molto utili campagne di comunicazione e sensibilizzazione verso i consumatori (64,2%),  ma anche iniziative che coinvolgano tutti i soggetti interessati e maggiori controlli. In effetti per l'83,2% delle imprese del terziario i controlli attualmente messi in atto dalle autorità per la repressione dei fenomeni illegali non sono efficaci. Inoltre le aziende chiedono sanzioni più severe, per quattro imprese su cinque, infatti, le sanzioni previste dal codice sia contro coloro che producono o vendono prodotti o servizi illegali che contro coloro che acquistano prodotti o servizi illegali sono insufficienti.

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