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La crisi colpisce anche la Melegatti. A rischio chiusura due stabilimenti storici

Gli addetti dei due stabilimenti veronesi protestano per il mancato pagamento degli stipendi di agosto e settembre. Nessuna risposta da parte dell’azienda che non ha ancora attivato la cassa integrazione.
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Anche per lo storico marchio Melegatti la crisi è arrivata. L'azienda che ha inventato il pandoro, brevettato nel 1894 da Domenico Melegatti, dopo 123 anni produzione rischia di avere seri problemi produttivi in vista delle prossime festività natalizie. Da ieri infatti i lavoratori del marchio veronese, in maggioranza donne, stanno manifestando davanti al municipio di San Giovanni Lupatoto, paese in provincia di Verona dove ha sede la famosa fabbrica veronese. I dirigenti sindacali hanno incontrato il sindaco di San Giovanni Lupatoto, Attilio Gastaldello, che sta organizzando un incontro con la proprietà. I dipendenti protestano per il mancato stipendio negli ultimi due mesi, agosto e settembre, e per la mancanza di materia prima che rallenterebbe così la produzione.

"A San Martino Buon Albergo hanno addirittura coperto con il nylon i macchinari" ha detto Paola Salvi, segretario della Flai-Cgil che poi ha proseguito: "Qui ci sono molti lavoratori monoreddito, che non vedono soldi da due mesi, che restano in fabbrica a non fare niente. Ci sono stagionali che erano stati chiamati per la produzione invernale, hanno sospeso la disoccupazione e rinunciato ad altre opportunità e poi non hanno lavorato. E con l'azienda non si ottengono risposte nemmeno per l'attivazione della cassa integrazione".

La protesta quindi si è spinta fino al nuovissimo stabilimento di San Martino Buon Albergo, inaugurato lo scorso febbraio con un investimento di 10 milioni di euro. Gli operai all'interno dei due stabilimenti sono 90, ai quali si aggiungono i 200 stagionali. Lo scorso anno l'azienda dolciaria ha fatturato 70 milioni di euro. Oggi invece sotto accusa il management.

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