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La carta migliore? È quella di canapa, parola dell’artigiano Sandro: “Ora apro una scuola”

Dalla polpa di canapa si può ottenere una carta di grande qualità per resistenza meccanica e nel tempo. Un prodotto dal forte valore ambientale che in Italia oggi non c’è, e per il quale l’artigiano di Fabriano, Sandro Tiberi, sta attivando un progetto pilota.
A cura di Mario Catania
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L’uso della canapa per fabbricare carta ha una storia nobile e antica e le prime testimonianze del suo utilizzo risalgono a 2mila anni fa. Anche se stime recenti raccontano che nel mondo solo il 5% della carta prodotta ha origine da piante stagionali come la canapa, il lino o il cotone, la carta prodotta da queste piante e quella di canapa in particolare, hanno avuto un ruolo molto importante.

Per fare alcuni esempi bisogna partire dal fatto che le prime copie della celeberrima Bibbia di Gutenberg, create con la tecnica dei caratteri mobili, furono stampate proprio su carta ottenuta dalla canapa. In realtà, fino alla fine del 1800, in tutto il mondo il 70/80% della carta veniva prodotta proprio a partire dalla polpa di canapa, oppure riciclando stracci, tessuti, cordami, vele delle navi e altri prodotti realizzati con la canapa tessile. Le opere di autori come Mark Twain o Alexandre Dumas sono state stampate su questa carta, ma anche documenti importanti come la dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti d’America.

Secondo i dati della European Hemp Industrial Association, prima della riscoperta della canapa industriale in Europa negli anni '90, le fibre di canapa erano utilizzate al 95% per la polpa di carta e le carte speciali. A causa dell'elevato prezzo della polpa di canapa, circa cinque volte superiore a quella di legno, le applicazioni erano limitate alle sigarette (il mercato principale) e alla carta biblica, ai filtri tecnici e alle banconote. Le sigarette industriali, infatti, sono prodotte con la carta di canapa proprio perché riesce ad essere resistente anche quando molto sottile, e produzioni di questo tipo sono ad oggi presenti in Spagna. In Francia, invece, prima dell’avvento dell’euro, la carta di canapa era usata per creare le banconote e tipi di carta speciale. Oggi per l’euro, nonostante i tentativi del paese transalpino, usiamo la cellulosa di cotone.

Ed è un vero peccato, per tra i vantaggi di utilizzare la canapa ci sono forti motivazioni ambientali. Innanzitutto come coltura è molto più vantaggiosa per l’ambiente del cotone, ad esempio, visto che secondo uno studio del Wwf, per la produzione di un chilogrammo di cotone, equivalente alla produzione di una maglietta o di un paio di jeans, possono servire più di ventimila litri d’acqua e che il 2,4% dei campi in tutto il mondo è attualmente coltivato a cotone, incidendo sulle vendite globali di insetticidi per il 24% e di pesticidi per l’11%. La canapa al contrario per crescere non richiede pesticidi, assorbe 4 volte la CO2 che in media assorbono gli alberi, migliora i terreni in cui viene coltivata arieggiandoli e assorbendone gli inquinanti come i metalli pesanti. Inoltre, per quanto riguarda la carta, è una pianta annuale e non richiede quindi decenni per crescere, e ha una polpa già chiara, che non richiede sbiancanti chimici. Se avessimo continuato a produrre carta con le piante stagionali, avremmo dato un contributo non da poco nella lotta alla deforestazione.

Il problema è che oggi in Italia non esiste una filiera che lavori la fibra, per ottenerne i vari sottoprodotti che vanno dalla cellulosa alla fibra tessile, passando per materiali isolanti e biocomposti ottenuti con la fibra tecnica. E a questo problema sta cercando di ovviare Sandro Tiberi, maestro artigiano di Fabriano, dove la carta si produce dal 1264 e dove è stata inventata la tecnica per realizzare la filigrana. Tramandando una sapienza e una passione secolare, Tiberi oggi lavora a due progetti collegati tra l’oro: una scuola internazionale dei mestieri d’arte, unica al mondo nel suo genere e con alle spalle la fondazione Carifac e il supporto scientifico di Istocarta, l'Istituto di Storia della Carta “Gianfranco Fedrigoni" e un progetto pilota per creare una produzione di cellulosa italiana, che ad oggi non esiste, con il comune di Fabriano.

“La scuola è già attiva e abbiamo già ricevuto studenti dell’Università di Princeton e dell’Istituto di design di Dubrovnik e tra le altre cose studieremo degli utilizzi particolari della carta di canapa, come ad esempio per l’interior design con formati fino a 2 metri per 1, un utilizzo che vediamo molto bene e che stiamo già sperimentando”. Riguardo al progetto pilota di produzione di cellulosa di canapa Tiberi racconta che: “Stiamo raccogliendo fondi con il comune. Abbiamo già individuato i locali con gli impianti da avviare, ma lo stabile va ristrutturato. Resta il problema che in Italia non esiste una produzione di fibra e quindi di cellulosa, ma ci sono delle aziende che si stanno muovendo anche su questo”.

Sulle proprietà della carta di canapa Tiberi spiega che : “Le cellulose di piante stagionali come lino, cotone e canapa, sono le più pure perché hanno le fibre più lunghe e quindi danno una garanzia di durata maggiore nel tempo e anche qualità di resistenza meccanica migliore rispetto alle cellulose di tipo arboreo”. “Come posso dire”, riassume all’osso il discorso, usando una metafora automobilistica: “Fare la Rolls Royce, con il motore della Cinquecento, non avrebbe molto senso”.

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