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L’Ue boccia l’Italia: “Troppa burocrazia e tasse frenano gli investimenti”

Nuova bocciatura dell’Italia da parte dell’Ue: “Troppa burocrazia e tasse alte frenano produttività e investimenti”
A cura di A. P.
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Nuova bocciatura per l'Italia da parte dell'Unione europea. L’ultimo dossier Ue sullo sviluppo economico dei Paesi membri, infatti, mette in evidenza numerosi punti critici che il nostro Paese si è trascinato dal periodo pre crisi e che ancora oggi lo trascinano sempre più in basso. Imputato principale sempre la burocrazia che frena gli investimenti, ma anche la mancanza di produttività dovuta anche al deterioramento della qualità delle istituzioni. Come spiega il Corriere della Sera che cita il rapporto, questo quadro secondo Bruxelles si traduce in scarsi investimenti nella ricerca e nella tecnologia che invece sono state il vero motore trainante delle nazioni che hanno resistito alla crisi come la Germania. "Molti studi hanno legato la scarsa produttività di un Paese alla qualità deteriorata delle sue istituzioni e la qualità delle istituzioni, così come misurata dagli indicatori della Banca Mondiale, è stata davvero bassa nelle economie dell'Eurozona con bassa produttività. Questo sembra in particolare il caso dell'Italia" si legge infatti nel rapporto del Direttorato per gli affari economici e monetari della Commissione sull'andamento delle economie dell'Eurozona.

Il dossier calcola il Tfp, il total factor productivity, il fattore che valuta i vari fattori sulla produttività di un Paese, evidenziando come l'Italia si sia allontanata dalla media Ue negli anni prima della crisi economica. Un fattore chiave che poi ha costretto il nostro Paese a inseguire in un momento delicato a livello mondiale. Da non sottovalutare poi l'elevata tassazione che di fatto riduce l’imprenditorialità e di conseguenza anche le attività di ricerca e sviluppo. "Gli insufficienti investimenti nelle industrie ad alta tecnologia potrebbero essere un’importante spiegazione per il deludente andamento di alcuni Paesi" spiega infatti il dossiere Ue, sottolineando: "I Paesi che spendono di più nella ricerca e nello sviluppo tendono a esibire più alti tassi di crescita nel loro Tfp. Quelli che invece hanno speso nella ricerca una parte minore del proprio Pil (ad esempio Spagna, Portogallo, Italia), hanno anche avuto un minore tasso medio di crescita durante il periodo che ha preceduto la crisi".

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