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L’incubo di Martina, 40 anni: pestata a sangue dal compagno: “Mi ha fatto bere dell’acido”

Martina Murgile, 40 anni, venerdì scorso è stata pestata a sangue dal compagno nella loro casa in provincia di Nuoro. L’appello da letto di ospedale dove è ricoverata in attesa degli interventi chirurgici ai quali deve sottoporsi: “Non ho più niente. Aiutatemi a ricostruire la mia vita”. E chiede di pubblicare la foto del suo volto martoriato affinché tutti possano vedere la gravità delle violenza subita.
A cura di Biagio Chiariello
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Venerdì scorso il suo compagno l’ha massacrata di botte nella loro casa di Macomer (Nuoro). Oggi, a distanza di tre giorni, Martina Murgile, 40 anni, originaria della Lombardia, ha deciso di parlare con l'ANSA, per lanciare un appello dal suo letto d'ospedale, nel reparto di Neurochirurgia dove è ricoverata in gravi condizioni, in attesa di subire le operazioni necessarie a salvarle la vita. “Aiutatemi a ricostruire la mia vita – dice non senza fatica- voglio scappare da Macomer per tornare nella mia terra, ma sono invalida, non ho una casa, non ho parenti, non ho soldi”. Tantissima la solidarietà che Martina ha ricevute nelle ultime ore. Con lei ci sono anche le donne di un'associazione del comune di Macomer e il Centro antiviolenza di Onda Rosa di Nuoro. “Non so se il mio compagno è stato arrestato – ripete in continuazione la donna – sono terrorizzata che possa di nuovo avvicinarsi a me”. L’uomo che le ha fatto questo, Francesco Falchi, disoccupato di 44 anni, si trova invece in stato di fermo, in attesa dell'udienza di convalida dell'arresto da parte del giudice. L’uomo è piantato nell'ospedale di Oristano, dove si trova in seguito a un malore.

La vita di Martina non è mai stata facile. Già in passato era stata vittima di maltrattamenti. “Sono invalida per dei danni alle vertebre subiti dai maltrattamenti di un precedente matrimonio, ora non so come farò a rialzarmi” racconta affranta. E trova la forza di ricordare cosa è accaduto venerdì: “A metà mattinata mi ha costretta a bere dell'acido muriatico minacciandomi e dicendomi che se non lo avessi bevuto me lo avrebbe buttato in faccia. Ho bevuto un piccolo sorso riuscendo a sputarlo subito ma mi sono rovinata la bocca. Poi mi sono addormentata, è stato lì che mi ha raggiunta e aggredita a calci e pugni. Non avevamo litigato, non conosco il motivo per cui mi ha colpita”. Presto sarà trasferita a Sassari per una ricostruzione maxillofacciale e per altri interventi al cavo orale. Subito dopo la donna verrà presa in carico in una casa rifugio. La 40enne ha detto di voler aprire un conto corrente per ricevere le donazioni di chi la vorrà aiutare. “Chiedo che qualcuno mi aiuti perché non posso lavorare a causa della mia disabilità”, conclude la donna. Ed è lei stessa chiedere che venga pubblicata la sua foto affinché tutti possano vedere la gravità delle violenza vissute e per sensibilizzare anche le istituzioni ad intervenire in casi come il suo prima che avvengano i femminicidi.

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