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L’immunità parlamentare “salva” Di Maio: il Gip archivia la querela nei suoi confronti

Il Tribunale di Roma archivia una querela nei confronti del vicepresidente della Camera, facendo riferimento all’articolo 68 della Costituzione, che riguarda l’immunità parlamentare. Il PD all’attacco: “Di Maio ha sempre detto che non avrebbe avuto bisogno dell’immunità parlamentare e ora se ne avvale”.
A cura di Redazione
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Renzi continua a dire che alcuni di noi si stanno scudando con l’immunità per alcune dichiarazioni che abbiamo fatto, lo ripete e pensa di essere furbo. Qualcuno gli spieghi che c’è differenza tra immunità e insindacabilità, gli dico che noi non le utilizzeremo mai”. Era il maggio del 2016 quando Luigi Di Maio pronunciava queste parole, rispondendo agli attacchi dell’allora Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Una intenzione che, secondo gli avversari politici del vicepresidente della Camera, sembra essere stata sconfessata da quanto sta emergendo in queste ore.

Il Gip di Roma ha infatti archiviato la querela nei confronti di Di Maio presentata dalla giornalista di QN Elena Polidori, in relazione alla “blacklist dei giornalisti”, che il candidato premier del MoVimento 5 Stelle aveva consegnato all’Ordine dei giornalisti, con l’accusa di lavorare in modo scorretto e fazioso. L’ordinanza di archiviazione fa riferimento all’articolo 68 della Costituzione, che garantisce lo scudo dell’immunità parlamentare per i fatti e le opinioni espresse nell’esercizio delle funzioni parlamentari.

Una circostanza che ha portato il PD ad attaccare duramente il leader grillino, parlando di doppia morale a 5 stelle: “Sono lontani i tempi in cui Di Maio affermava che il movimento 5 stelle non avrebbe mai usato l’immunità. Come al solito – spiega Alessia Morani – gli esponenti pentastellati applicano il rigore solo per gli altri, ma si autoassolvono, sempre”.

Di Maio per ora non ha replicato, anche se dal M5s fanno notare come in passato abbia sempre detto di non voler usufruire dell’immunità ma di non rinunciare all’insindacabilità. Ovviamente il confine è sottile, considerando che l’insindacabilità è essenzialmente una “parte” dell’immunità, disciplinata proprio dall’articolo 68 della Costituzione:

I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni.

Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell'atto di commettere un delitto per il quale è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza.

Analoga autorizzazione è richiesta per sottoporre i membri del Parlamento ad intercettazioni, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza.

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