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L’ex terrorista Khaled non può entrare in Italia. “Decisione politica a favore di Israele”

L’ex terrorista palestinese Leila Khaled era attesa in Italia per una serie di incontri, ma le è stato negato l’ingresso, dopo che la donna era giunta all’aeroporto di Fiumicino. Il Fronte popolare per la liberazione della Palestina: “Decisione politica”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Negato l'ingresso in Italia a Leila Khaled, ex militante del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, giunta il 28 novembre all'aeroporto di Fiumicino: la donna era sprovvista di visto Schengen in corso di validità. La notizia è stata diffusa dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza: "La cittadina giordana è giunta allo scalo aereo di Roma Fiumicino proveniente da Amman. Le normali procedure di verifica sulla regolarità dei titoli necessari per fare ingresso nel territorio nazionale hanno evidenziato come la Khaled fosse sprovvista di un visto Schengen in corso di validità. Pertanto, così come previsto dalla normativa nazionale e internazionale Schengen, la donna è stata respinta alla frontiera e imbarcata su un aereo diretto ad Amman", ha spiegato il Dipartimento.

L'ex terrorista, nota per la sua partecipazione al dirottamento di un volo di linea in Siria, nell'agosto del 1969: si trattava di un aereo israeliano dirottato allo scopo di liberare detenuti palestinesi nelle carceri israeliane. Venne arrestata a Londra e poi rilasciata nel quadro di uno scambio di prigionieri. Era attesa a Roma il 2 dicembre e a Napoli il 4 dicembre all'Asilo Filangieri, struttura occupata da un collettivo di artisti e operatori culturali. L'occasione dell'invito era stata offerta dal 50esimo anniversario della fondazione del Fronte popolare per la liberazione della Palestina

Ma il Fronte popolare ritiene che quella delle autorità italiane sia "Una decisione politica per eccellenza e una presa di posizione a favore dello Stato d'occupazione (Israele, ndr) e della sua entità razzista" e "non esprime la posizione delle forze progressiste e democratiche né i valori del popolo italiano, che è contrario alle guerre, al razzismo, al fascismo e all'occupazione". Il Fronte popolare ha scritto in una nota che l'episodio rientra in una "rabbiosa campagna sferrata da organizzazioni del movimento sionista e dalle forze della destra fascista e razzista in Europa nel corso degli ultimi mesi contro il Fronte popolare e contro la resistenza palestinese e libanese".

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