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L’Europa boccia i tirocini a pagamento

Il Consiglio Europeo ha redatto un documento di indirizzo sugli stage inviato ai 28 Paesi dell’UE che però non contiene praticamente nessuna tutela concreta per gli stagisti,
A cura di B. C.
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Il Consiglio dell’Unione europea ha bocciato gli stage retribuiti. Come fa notare l'Huffington Post, infatti, nel quadro di qualità approvato a Bruxelles lo scorso 10 marzo non si fa alcun riferimento alla bocciatura dei tirocini gratuiti  invocata dalle parte sociali: l’accordo deve essere scritto, ad esempio, e deve indicare gli obiettivi, la durata – che non dovrà superare i sei mesi –, ed eventualmente copertura assicurativa e retribuzione; dovranno essere garantiti agli stagisti gli stessi diritti dei lavoratori, come il limite di ore settimanali, il riposo del weekend e, se possibile, un periodo di ferie, ma non c’è obbligo per tutela in caso di malattia o incidenti; sarà previsto, infine, un monitoraggio dei progressi dello stagista e l’indicazione di un suo mentore o supervisore. Queste le uniche novità.

L’Italia era uno dei pochi a sostenere la retribuzione obbligatoria – scrive Gianluca De Martino sull'HuffPost – perché una legge in questi termini ce l’ha già. La legge 92 del 2012, meglio nota come riforma Fornero, stabiliva un’indennità obbligatoria per stage e tirocini extracurriculari, vale a dire svolti oltre il periodo di studi universitari. L’importo sarebbe stato poi fissato da ogni singola regione e dalle province autonome di Trento e Bolzano, e comunque non al di sotto di 300 euro, come previsto dalle linee guida del 2013. Il comma 35 di quella legge stabilisce anche una sanzione per i trasgressori: da 1.000 a 6.000 euro.

“Siamo delusi, questa è una chiara incapacità di affrontare una pressante richiesta proveniente dai giovani europei, in un momento in cui vivono in una condizione particolarmente vulnerabile a causa della crisi economica”, ha commenta Giuseppe Porcaro, segretario generale dell’European Youth Forum, la piattaforma delle associazioni giovanili continentali, che ha voluto evidenziare l'insipienza del Consiglio Ue e la debolezza dei contenuti del documento, se si guarda al momento drammatico che stanno attraversando milioni di giovani europei. “Gli stagisti devono essere pagati per il lavoro che si impegnano a svolgere durante stage al di fuori dei percorsi formatici – aggiunge Porcaro -. La raccomandazione non ostacola quella che ormai è una chiara forma di discriminazione sociale e non fa nulla per rimediare al fatto che gli stage di scarsa qualità stanno sostituendo posti di lavoro e sono così diventati una strisciante e diffusa forma sostitutiva di lavoro precario per i giovani”. La lettera è stata firmata tra gli altri anche da Forum nazionale giovani, Repubblica degli stagisti, European Students Union, Erasmus Student Network, Génération Précarie e Microsoft Europe e  finirà anche nelle mani di Matteo Renzi, che il 20 marzo sarà a Bruxelles per il consiglio europeo.

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