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L’ASL caccia il medico che si rifiutava di usare il pc: “devo guardare i pazienti negli occhi”

La storia di Mario Tagliabue il medico cacciato dall’ASL lombarda perché si riufiutava di usare il pc.
A cura di Redazione
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L'Asl di Como il 6 agosto scorso ha sollevato dall'incarico di medico Mario Tagliabue per si rifiutava di utilizzare il pc. Il dottore si è prima "vendicato" mostrando una comunicaziona nel suo ambulatorio e infine accettando l'utilizzo dell' "odiato" macchinario. Il Tagliabue è medico di base a Fino Mornasco, comune di 9.600 abitanti a metà strada tra Como e Milano dove dal 1981 Tagliabue. La Regione Lombardia ha stabilito che tutti i dati sui pazienti, le malattie di cui soffrono, gli esami a cui si sottopongono devono essere custoditi in un unico database capace di conservare la "storia" sanitaria dei pazienti.

Il medico ha voluto spiegare il suo diniego verso la tecnologia: "Intendiamoci bene: io il computer a casa ce l'ho e lo so usare perfettamente, ma se devo guarire la gente non serve, anzi…" e continua "Per curare chi arriva al mio ambulatorio io lo devo guardare negli occhi, parlargli, toccargli la pancia. Insomma, lo devo visitare e soprattutto devo guadagnare la sua fiducia, perché l'aspetto umano è fondamentale. Ma se tra me e l'assistito c'è questo scatolone di plastica in cui devo immettere continuamente dati, sperando che non caschi la linea o che non debba ripetere più volte la procedura, che tempo mi rimane per fare il mio mestiere? La realtà è che questa riforma ci ha trasformato in burocrati: molti miei colleghi si sono adeguati, io no"

LE MOTIVAZIONI "Ciò a cui io mi ribello è l'imposizione di questo sistema: per noi medici non è una facoltà ma un obbligo. Io voglio essere giudicato per il mio lavoro: sbaglio nove diagnosi su dieci? Licenziatemi pure ma non punitemi perché non uso il computer. E anche sulla questione dei costi, permettetemi di dissentire: molti di noi si sono trasformati in un ufficio che prescrive esami specialistici a ripetizione. Sapete quanti soldi faremmo risparmiare alle casse pubbliche se ci dedicassimo di più ad ascoltare i sintomi e a visitare con vero scrupolo gli ammalati?"

SUL WEB "Personalmente lo considero una sciagura: capita spesso che il paziente si accomodi di fronte a me e dopo un po' dica, ad esempio: ‘Mi ha detto mia cugina che ha visto su internet che in questi casi sarebbe meglio una risonanza magnetica…'. Ecco, so di essere intollerante ma è mi è capitato di allontanare la persona in questione dal mio studio. Altrimenti mi limito a chiedere quali siano le competenze scientifiche della cugina".

PERCHE' E' TORNATO SUI SUOI PASSI "L'ho fatto per non lasciare a spasso i miei pazienti: molti di loro mi avevano già telefonato e scritto lettere. Insomma, se nessuno di loro ha mai chiesto di cambiare medico e io ho da anni il massimo dei pazienti consentitomi dalla legge, forse il mio mestiere lo so ancora fare…".

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