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L’archeologo precario vince 10mila euro a L’Eredità: “Metà della vincita ai miei scavi”

Paolo Storchi, archeologo precario di 32 anni, ha donato parte della vincita al programma condotto da Fabrizio Frizzi agli scavi archeologici di Tannetum, centro di origini galliche sulla via Emilia: “Dare più sostegno alla ricerca in Italia”.
A cura di Redazione Cultura
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Nei giorni scorsi un giovane archeologo di 32 anni precario ha partecipato al programma televisivo "L'eredità" condotto da Fabrizio Frizzi vincendo diecimila euro. E ha deciso di regalare una parte della sua vincita al progetto di ricerca, lo scavo di Tannetum, un centro di origini galliche risalente al 280 a. C. tra Reggio Emilia e Parma, sulla via Emilia, e che convenzionalmente viene identificato con Sant'Ilario d'Enza.

Il nome di questo studioso, esperto di storia, con particolare riferimento alla Roma antica e al Medioevo è Paolo Storchi, archeologo 32enne di Reggio Emilia, che dopo tre puntate all'Eredità, il programma preserale di Rai1 condotto da Fabrizio Frizzi, ha vinto la "ghigliottina" indovinando la parola, che venerdì scorso era "pazienza". La stessa che decine di migliaia di precari della cultura ogni giorno devono avere per riuscire a tirare avanti.

Un'altra virtù di cui Storchi è in possesso è, evidentemente, la generosità. Con la quale ha scelto il suo progetto di ricerca di scavi a cui devolvere una parte della sua vincita, obiettivo a cui è arrivato dopo una laurea triennale in lettere classiche con indirizzo archeologico, una laurea magistrale in archeologia, un master in bioarcheologia, paleopatologia e antropologia forense, una scuola di specializzazione in Beni archeologici, un dottorato di ricerca alla Sapienza di Roma in topografia antica e persino il titolo onorifico di "cultore della materia" per aver redatto già ben ventidue pubblicazioni. Storchi ha dichiarato a Repubblica:

Il progetto che ho  iniziato nel settembre 2016 assieme ad altre 12 persone che coordino vuole dimostrare che in realtà non sarebbe Sant'Ilario la città sommersa che stiamo cercando, ma un piccolo centro pochi chilometri a Nord, Taneto. Quando ero bambino facevo parte del gruppo archeologico di Sant'Ilario d'Enza e già allora il mio sogno era quello di scoprire questa città nascosta. Fare ricerca in Italia è già difficile se ti occupi di materie scientifiche. Quando vuoi fare l'archeologo, investendo tutto il tuo sapere nella cultura diventa impossibile.

Sebbene gli scavi siano stati fatti nel settembre 2016, Paolo lavora a questo progetto da gennaio di due anni fa, quando ha cominciato a bussare alle porte di aziende, enti locali e associazioni del territorio emiliano per chiedere un sostegno economico al "Tannetum Hunters", che adesso è diventato anche un gruppo su Facebook preso d'assalto in queste ore da quanti hanno seguito Paolo su Rai 1 e che quindi è destinato a contare migliaia di persone iscritte. Sempre a Repubblica, Paolo Storchi ha dichiarato:

Nessuno voleva aiutare un gruppo di archeologi a fare scavi, era difficile far capire che Tannetum poteva avere risvolti economici importanti anche per il nostro territorio, che non ha così tanto da offrire in tema di archeologia, come invece hanno altri posti in Italia. Ma uno scavo come il nostro richiede almeno 7 mila euro per essere realizzato. Poi, dopo il dissotterramento, ci sono i restauri da fare e noi vorremmo anche aprire un piccolo museo. Così da attirare anche qualche turista. Mi aspettavo tante critiche dal mondo accademico, invece mi hanno scritto tanti colleghi archeologi tutti entusiasti sia per la partecipazione in tv che per la vincita. Non me lo aspettavo ma ne sono contento: chissà se non è arrivato il momento che anche l'Italia si accorge che la ricerca ha bisogno di più sostegno.

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