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Kenya, “Silvia Romano è viva e presto la ritroveremo”: l’annuncio della polizia

Il capo della polizia kenyota ha fatto sapere che Silvia Romano “è viva e si trova ancora nel Paese africano. Informazioni cruciali, che non si possono rivelare, ci fanno pensare che la ritroveremo”. La giovane cooperante italiana è stata rapita più di un mese: continuano le indagini di forze dell’ordine e comuni cittadini per ritrovarla sana e salva.
A cura di Ida Artiaco
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Silvia Romano (foto Facebook).
Silvia Romano (foto Facebook).

Buone notizie in arrivo su Silvia Romano, la cooperante italiana rapita più di un mese fa in Kenya. "E' viva ed è ancora nel nostro Paese", ha detto il comandante della polizia kenyota Noah Mwivanda nel corso di un briefing sulla sicurezza, aggiungendo di avere "informazioni cruciali, che non vi possiamo rivelare, che ci fanno pensare con certezza che la ragazza sia ancora viva e che la troveremo. Abbiamo sul campo tutte le risorse necessarie per l'operazione e sappiamo che è ancora qui".

Era il 20 novembre scorso quando Silvia Romano è stata rapita dal villaggio di Chakama, a circa 60 chilometri da Malindi, da un commando armato di otto uomini che, sparando sulla folla, hanno ferito cinque persone, di cui 4 bambini. La ragazza, 23 anni e di origine milanese, lavora in Africa per conto della Onlus di Fano Africa Milele. La polizia locale, aiutata dagli abitanti dei vicini villaggi, sta conducendo le indagini che però non sono ancora riuscite a riportare la giovane a casa sana e salva. Resta ancora un mistero il movente della scomparsa di Silvia, anche se si ventila la possibilità della richiesta di un riscatto "lampo", finito male. I sospettati, secondo fonti locali, hanno precedenti di attività di bracconaggio e collusione con i terroristi di al Shabaab. Sono state arrestate decine di persone, tra cui uno dei sequestratori, Ibrahim Adan Omar, a circa 250 chilometri dal villaggio di Chakama. Il suo fermo è stato finora il più rilevante, insieme a quelli di un funzionario del servizio parchi keniano sospettato di essere colluso con i rapitori e della moglie di uno dei tre ricercati poi rilasciata.

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