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Juncker (Ue): “Le spese per l’emergenza migranti fuori dal patto di stabilità”

La Commissione europea ha ufficialmente sancito che le spese relative alla gestione del fenomeno migratorio potranno essere scomputate dal bilancio e, dunque, rimanere fuori dal Patto di Stabilità.
A cura di Charlotte Matteini
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Il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker ha ufficialmente acconsentito a tenere le spese legate alla gestione dell'emergenza e accoglienza migranti fuori dal patto di stabilità. In sostanza, quindi, i miliardi di euro necessari a coprire i costi legati all'amministrazione del fenomeno immigratorio che interessa soprattutto l'Italia potranno essere scomputati dal bilancio di Stato e non concorreranno all'aumento del deficit. "Ci sono problemi gravosi nel Mediterraneo e non possiamo lasciare sola l’Italia nell’ambito della crisi migratoria. I fondi che l’Italia mette a disposizione per mitigare la crisi migratoria non possono rientrare nel patto di stabilità  quanto l’Italia fa per i migranti, e fa molto, non deve portare a conseguenze negative in termini di bilancio per l’Italia", ha spiegato il presidente della Commissione europea, ribadendo inoltre l'importanza dell'accordo concluso recentemente con la Turchia e sottolineando che "ci sentiamo vincolati ad applicarlo perché funziona.

Domani, 15 dicembre, si terrà inoltre il vertice che vedrà impegnati i leader degli stati membri dell'Unione a discutere proprio di immigrazione e delle relative potenziali soluzioni che l'Europa potrà e dovrà applicare nel corso dei prossimi mesi. Tra le varie proposte sul tavolo, la realizzazione di cinque partneriati con i Paesi africani, uniti a una prospettiva di collaborazione con altri Paesi di origine e transito del fenomeno migratorio. Il presidente della Commissione europea ha poi ribadito che il Fondo ad hoc da 88 miliardi di euro creato per la gestione dell'emergenza migranti potrà essere attivato quando e se tutti i Paesi dell'Unione rispetteranno gli impegni presi: "Se tutto funzionerà si potrà procedere rapidamente a ripristinare il pieno funzionamento di Dublino e Schengen", ha concluso Jean Claude Juncker.

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