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Italicum, Di Maio attacca: “Renzi schizofrenico, ora vuole cambiare la legge elettorale”

Si riaccende lo scontro sulla questione Italicum tra maggioranza e opposizioni. Di Maio attacca: “Ci ha detto che la legge elettorale era un modello e ora vuole cambiarla”. Critico anche Pippo Civati.
A cura di Charlotte Matteini
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di maio contro renzi

Il vicepresidente della Camera del Deputati, Luigi Di Maio, va allo scontro con il presidente del Consiglio Matteo Renzi e lo attacca sul tentativo di retromarcia relativo all'Italicum, la nuova legge elettorale con premio di maggioranza approvata dal Parlamento pochi mesi fa ed entrata ufficialmente in vigore il primo luglio 2016. "Mi sarei aspettato il titolo dei giornali: ‘Renzi schizofrenico'. Ci ha detto che la legge elettorale era un modello e ora vuole cambiarla. Questo mostra che non fanno le leggi per aiutare il popolo ma per i comodi loro e quando vedono che non vanno bene le cambiano. Ci dobbiamo concentrare sul no. Votiamo no e questo si porta dietro tutto quanto".

Alle rimostranze di Di Maio, Renzi ha risposto per vie traverse nella consueta e-news settimanale, senza però mai nominare direttamente né il vicepresidente della Camera né le critiche mosse: "A proposito di referendum, finalmente abbiamo sparecchiato il tavolo da tutte le cose che impedivano una sana discussione di merito nel referendum. Abbiamo spersonalizzato, come richiesto da tutti o quasi e non parliamo più di durata del governo o della legislatura. Abbiamo dato la disponibilità a cambiare la legge elettorale e siamo pronti a confrontarci in modo libero con tutti. Abbiamo dimostrato che questa riforma non tocca minimamente il sistema dei poteri del premier, del controllo e delle garanzie […] La differenza è che noi non ci siamo limitati a proporlo: lo abbiamo fatto. E se i cittadini diranno sì, la politica ridurrà le poltrone. E soprattutto l'Italia sarà più semplice", sottolineando inoltre che il referendum costituzionale non riguarda affatto la legge elettorale, i poteri del premier o la durata della legislatura, ma solamente la riduzione del numero di parlamentari. "Chi vota ‘no' salva le poltrone".

Le critiche all'Italicum, però, non sono state mosse solo da Luigi di Maio, ma anche il leader di Possibile Pippo Civati ha avanzato alcune valutazioni sulla nuova legge elettorale e sulla posizione ondivaga dimostrata da Renzi e dai suoi nelle ultime settimane: "Se ho capito bene, la legge che tutto il mondo ci invidiava per via della brillante idea del ballottaggio e del premio di maggioranza ad esso collegato (che non c'è da nessuna parte del mondo, nemmeno in Grecia: da quando se ne è parlato qui, l'hanno abolita là) è messa in discussione da Napolitano e lo stesso premier si dice pronto a cambiarla (con disponibilità totale), solo dopo il referendum (prima vedere sì, poi eventualmente ti faccio vedere il cammellum). In secondo luogo, se è vero quanto scrive Repubblica, la Consulta forse boccerà l'Italicum, almeno a detta delle indiscrezioni dei soliti bene informati. Cosa volete che sia. Quindi, ricapitolando: una legge elettorale imposta al Parlamento con un voto di fiducia, che è appena entrata in vigore e che non è mai stata usata, sarebbe da cambiare dopo pochissimo tempo e nel corso della stessa legislatura. E sarebbe – dicono – anche incostituzionale. Che invidia che facciamo al resto del mondo", scrive Civati sul suo blog.

Alle rimostranze delle opposizioni ha risposto anche il vicesegretario del Partito Democratico, Lorenzo Guerini, che sostiene sia sbagliato evidenziare come questione decisiva la modifica dell'Italicum legata al referendum costituzionale: "È sbagliato porre la questione della modifica della legge elettorale come un elemento decisivo che determina l'atteggiamento sul referendum. Noi siamo pienamente disponibili a confrontarci, ma con dei paletti molto chiari. Non saremo disponibili ad una legge elettorale non chiara e che ci riporti alle larghe intese".

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