198 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Istat, nei prossimi 40 anni aumenta la vita media di 5 anni, ma il Sud Italia si spopola

Secondo le stime del report demografico Istat, nei prossimi quarant’anni è atteso un calo demografico: secondo lo studio nel 2065 la popolazione italiana sarà pari a 54,1 milioni, con una flessione rispetto al 2017 di 6,5 milioni.
A cura di Annalisa Cangemi
198 CONDIVISIONI
Immagine

Secondo gli ultimi dati Istat, contenuti nel report demografico, l'Italia è un Paese sempre più vecchio. Ma se Il Paese piange il Sud non ride: il Mezzogiorno è destinato a un progressivo spopolamento. È previsto infatti negli anni a venire uno spostamento del peso della popolazione dal Sud verso il Nord, un'emorragia. Nel 2065 il Centro-nord accoglierebbe il 71% di residenti contro il 66% di oggi; il Mezzogiorno invece arriverebbe ad accoglierne il 29% contro il 34% attuale. Il Mezzogiorno perderebbe popolazione per tutto il periodo mentre nel Centro-nord, dopo i primi trent'anni di previsione con un bilancio demografico positivo, si avrebbe un progressivo declino della popolazione soltanto dal 2045 in avanti. La probabilità empirica che la popolazione del Centro-nord abbia nel 2065 una popolazione più ampia rispetto a oggi supera il 30% mentre nel Mezzogiorno è nulla.

Nel 2065, cioè tra 47 anni, la popolazione italiana sarà pari a 54,1 milioni, con una flessione, rispetto al 2017, di 6,5 milioni. Nello stesso studio, si stima che in Italia la popolazione residente nel 2045 sarà pari a 59 milioni, con una flessione, rispetto al 2017 – quando era pari a 60,6 milioni – di 1,6 milioni.

La buona notizia è che complessivamente, entro il 2065, la vita media crescerà di oltre cinque anni per entrambi i generi, giungendo a 86,1 anni e 90,2 anni, rispettivamente per uomini e donne (80,6 e 85 anni nel 2016). L'incertezza associata assegna limiti di confidenza compresi tra 84,1 e 88,2 anni per gli uomini e tra 87,9 e 92,7 anni per le donne. Le future nascite non saranno comunque sufficienti a compensare i futuri decessi: dopo pochi anni di previsione il saldo naturale raggiunge quota -200 mila, per poi passare la soglia -300 e -400 mila nel medio e lungo termine. Da ora fino al 2065 le stime indicano un rialzo della fecondità, da 1,34 a 1,59 figli, ma l'incertezza aumenta lungo il periodo di previsione, oscillando, al 2065, tra l'1,25 e l' 1,93 figli per donna.

Per quanto riguarda le immigrazioni il saldo con l'estero rimane per il momento positivo, mediamente pari a 165 mila unità annue (144 mila l'ultimo rilevato nel 2016), seppure contraddistinto da forte incertezza. Non è esclusa l'eventualità ma con bassa probabilità di concretizzarsi (9,1%) che nel lungo termine esso possa diventare negativo. "Il saldo naturale della popolazione – spiega l'Istat – risente positivamente delle migrazioni. Sempre nello scenario mediano l'effetto addizionale del saldo migratorio sulla dinamica di nascite e decessi comporta 2,6 milioni di residenti aggiuntivi nel corso dell'intero periodo di previsione".

198 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views