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Isis, chiesto riscatto di 6,6 mln di dollari per una donna americana

Si tratta del terzo ostaggio americano in mano ai jihadisti. E Barack Obama chiarisce: “Non c’è alcun progetto di coordinamento con il regime di Assad contro l’Isis”.
A cura di Biagio Chiariello
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Il terzo ostaggio americano nelle mani dei militanti dello Stato islamico è una donna 26enne per la quale i militanti jihadisti avrebbero chiesto alla Casa Bianca 6,6 milioni di dollari di riscatto. Lo riferiscono i media statunitensi, secondo cui le milizie pretendono, oltre ai soldi, anche il rilascio di Aafia Siddiqui, una neuroscienziata pachistana condannata nel 2010 per aver tentato di uccidere due funzionari americani ed è attualmente rinchiusa in un carcere nel Texas, dove sta scontando una condanna a 86 anni di galera. Il nome della donna non è stato rivelato per volere dei familiari. Gli altri due prigionieri nella mani dei terroristi sono il giornalista James Foley, decapitato, e Steven Sotloff, di Miami, ancora nelle mani dell'Isis, apparso per qualche istante nel video in cui si mostrava la terribile uccisione del reporter.

Nessuna collaborazione USA-Siria

Arriva una smentita sulla possibilità di collaborazione tra Stati Uniti e il regime di Bashar Al Assad contro l’Isis. Attraverso il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest, Washington ha precisato che "non c'è alcun progetto di coordinamento con il regime di Assad" contro lo Stato Islamico.  C’è però da dire che il governo di Damasco sarebbe già passato all'azione. L'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria riferisce infatti di raid da parte dell’aviazione dell’esercito siriano sulle postazioni dello Stato islamico nella provincia nord-orientale di Deyr az Zor. "Non c'è ancora alcuna decisione sui raid, ma al fine di contribuire a prendere tale decisione, si vogliono avere più notizie possibili sulla situazione", ha detto un alto funzionario Usa. Nel frattempo il Comando Centrale delle forze armate degli Usa, che coordina le operazioni americane nella regione, ha fatto richiesta di più aerei di sorveglianza, tra cui droni, per raccogliere maggiori informazioni sui potenziali obiettivi dei terroristi.

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