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Iraq, è strage di Yazidi. Raid Usa, forze curde riprendono la diga di Mosul

Altra strage di yazidi in Iraq: gli Stati Uniti intensificano i raid, mentre l’Europa torna a discutere della possibilità di armare i curdi iracheni che combattono l’Isis. E il Parlamento italiano è convocato d’urgenza per il 20 agosto.
A cura di Redazione
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Ore 18:30 – Stando a quanto comunicato alla Bbc, le forze curde avrebbero riconquistato la fondamentale diga di Mosul. I peshmerga, "malgrado una fiera resistenza con bombe e attentati suicidi", starebbero avanzando in maniera decisa, sottraendo chilometri di territorio all'Isis e lavorando per "permettere il ritorno delle minoranze perseguitate dai jihadisti".

Ottanta uomini uccisi, 180 fra donne e bambini rapiti nei pressi della città di Sinjar (che prima della conquista delle forze dello Stato islamico era la "capitale" degli yazidi): è questo il drammatico bilancio dell'ultima atroce operazione militare compiuta dai jihadisti dell'Isis in Iraq. L'offensiva si è concentrata nel villaggio di Kojo, già teatro di duri scontri nella scorsa settimana (quando il governo di Bagdad aveva denunciato il massacro di 500 yazidi e il rapimento di 300 donne).

Nel frattempo, c'è la conferma dell'ulteriore escalation militare, con l'intensificazione dei raid statunitensi (che avrebbero distrutto una decina di blindati dell'Isis) e con la pressione delle truppe curde sulle postazioni controllate dall'Isis. La battaglia cruciale si sta combattendo nei pressi della diga di Mosul, controllata dalle forze jihadiste e oggetto dell'offensiva dei peshmerga curdi. Truppe curde che saranno armate anche dall'Unione Europea, dopo il via libera dei ministri degli Esteri dell'Unione Europea (anche se il percorso si annuncia piuttosto lungo e complesso).

Ma quello iracheno non è il solo fronte di guerra sul quale sono attive le milizie islamiche. Come riporta l'Ansa, infatti: "Anche Hadi al Bahara, il presidente della Coalizione nazionale siriana dell'opposizione in esilio, ha rivolto un appello alla comunità internazionale, "soprattutto gli Usa", perché sostengano l'Esercito libero siriano contro le milizie dell'Isis in Siria come fanno con i curdi in Iraq. Drammatica rimane la situazione di decine di migliaia di profughi, tra cui molti cristiani oltre che Yazidi che si sono riversati nella regione autonoma del Kurdistan".

Insomma, una situazione convulsa ed in continua evoluzione, che rende complessi anche gli interventi umanitari. Dopo il parziale fallimento dei lanci "paracadutati", infatti, è arrivata nel Kurdistan la prima parte di aiuti promessa dall'Italia: 50 tonnellate di acqua e cibo, 200 tende e 400 sacchi a pelo. Per il 20 agosto è invece probabile un'audizione del ministro degli Esteri Mogherini alle Commissioni Esteri di Camera e Senato (servirà infatti un passaggio parlamentare per ratificare le decisioni prese in sede europea).

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