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Iovine: ecco l’elenco degli appalti truccati dai casalesi

Dai verbali degli interrogatori di Antonio Iovine, il boss dei Casalesi recentemente pentito, viene fuori il sistema di corruzione sugli appalti. Ecco quali sono e quali imprenditori sono coinvolti.
A cura di Antonio Musella
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Continuano gli interrogatori di Antonio Iovine detto o'Ninno, uno dei boss di punta del cartello criminale dei Casalesi che da alcune settimane sta collaborando con la giustizia. Nei verbali del neo pentito, tra una marea di omissis, è stato però possibile ricostruire una cartina geo – criminale. Sono le mappe delle zone di influenza dei singoli boss, in cui esercitavano estorsioni ed affari imprenditoriali e l'elenco degli appalti che secondo Iovine sarebbero stati direttamente truccati dal cartello criminale dei Casalesi.

Gli appalti – Iovine lo dice chiaramente "..l'assegnazione degli appalti nelle nostre zone erano di regola alterati dall'intervento dei pubblici funzionari". "I sindaci avevano loro stessi l'interesse a favorire alcuni imprenditori vicini ai clan per fini elettorali". Il neo collaboratore di giustizia nelle sue dichiarazioni rende un affresco dell'ambiente in cui maturavano gli affari dei casalesi: "l'imprenditore che prendeva l'appalto andava lui stesso a mettersi a posto da chi controllava il territorio". In pratica un meccanismo consolidato. Il clan decideva chi doveva vincere, corrompeva con l'appoggio dei sindaci i funzionari pubblici e chi vinceva si "andava a mettere a posto" versando la quota ai camorristi e quella alla parte politica. Tecnicamente Iovine racconta del "sistema dell'alternazione dell'offerta". In pratica negli uffici comunali, dopo che arrivavano le offerte per le gare d'appalto e prima dell'apertura ufficiale delle buste, le stesse venivano aperte e le offerte venivano corrette per determinare il vincitore. "Una situazione ambientale che garantiva gli interessi di tutti, funzionari, imprenditori e camorristi". Funzionava così su tutto, dal grande appalto per la rete di distribuzione del gas in provincia di Caserta alla costruzione delle piazzole per il deposito di ecoballe a Villa Literno. Da quello che è stato raccontato da Iovine si può fare un primo e parziale elenco degli appalti che o'Ninno ha dichiarato essere stato truccati dai casalesi

GLI APPALTI TRUCCATI DAI CASALESI SECONDO ANTONIO IOVINE

Ristrutturazione urbana del Comune di Villa Literno

Costruzione piazzole di ecoballe nel deposito sito in Villa Literno

Costruzione della rete di distribuzione del gas metano nella provincia di Caserta

Costruzione della rete fogniaria del Comune di Villa di Briano

Polo Calzaturiero sito nel Comune di Carinaro

Lavori manutenzione urbana del Comune di Grumo Nevano

Refezione scolastica dei Comuni di Casal di Principe, San Cipriano d'Aversa, Aversa, Santa Maria Capua a Vetere, Frignano, San Marcellino, Lusciano

Raccolta dei rifiuti urbani nel Comune di Castelvolturno

Rimboschimento nel Comune di Sparanise

Lavori nell'ambito della bonifica del fiume Sarno

Gli imprenditori coinvolti – Molti sono i nomi degli imprenditori che il pentito Iovine ha raccontato essere sotto l'influenza dei casalesi ed è a loro che andavano quegli appalti – e chissà quanti altri ancora – grazie all'intervento del clan. In cima alla lista c'è Giovanni Malinconico, indicato da Iovine come persona a lui vicinissima, "con lui avevo una vera e propria società". Secondo il pentito l'imprenditore aveva relazioni importanti sia nel mondo della politica che in quello dei funzionari pubblici, tanto da avere un canale preferenziale che gli consentì di avere l'appalto per la costruzione delle piazzole dove depositare le famose ecoballe durante l'emergenza rifiuti in Campania. A Malinconico andarono anche i lavori per la ristrutturazione urbana di Villa Literno, 13 milioni di euro, insieme a Pasquale Mastrominico che sarebbe anche lui coinvolto nella costruzione delle piazzole per le ecoballe dei rifiuti e vincitore dell'appalto di Grumo Nevano.
Sull'affare dei 13 milioni del Comune di Villa Literno, il pentito ricorda anche le percentuali: il 10% al sindaco ed il 6% al clan di cui il 3% a Bidognetti ed il 3% ad Antonio Iovine.
Cerullo Antonio e Coppola Nicola invece erano i titolari della ANAV azienda che ha gestito per anni la refezione scolastica in molti comuni della provincia di Caserta e che Iovine ha indicato come azienda nelle sue disponibilità. Il costruttore Nicola Fontana è il cognato di Iovine e, sebbene il pentito lo indichi come una persona "che si è fatto strada da solo", racconta anche dei favori e delle rendite di posizione acquisite da Fontana. O'ninno fa i nomi di Pasquale Pagano e Paolo Caterino, a cui, secondo Iovine, andò l'appalto di Villa di Briano; Luigi Di Bello, a cui, secondo le dichiarazioni del pentito, andarono i lavori sul fiume Sarno e che insieme a Vincenzo Della Volpe vinse grazie al clan, un appalto da 600 mila euro per il rimboschimento nel Comune di Sparanise.  

Le zone di appartenenza – O'Ninno nei verbali riempiti davanti ai pm Antonio Ardituro e Cesare Sirignano presso il carcere de L'Aquila dove è detenuto, traccia innanzitutto una mappe delle zone di influenza dei singoli boss che compongono il cartello dei casalesi. Oltre alla sua zona di influenza – tra i comuni di Frignano, Frignano Maggiore, Casaluce, Villa di Briano, Carinaro – Iovine ricostruisce anche i territori di Michele Zagaria, Francesco Bidognetti, Giuseppe Caterino e della famiglia Schiavone – Panaro. I proventi delle estorsioni e degli appalti provenienti dai singoli territori venivano riversati, in quota parte, in una cassa comune di tutto il clan che serviva a mantenere l'intera organizzazione. Iovine racconta di un guadagno personale che si aggirava tra i 130 ed i 140 mila euro al mese di cui versava nella casa comune circa 60 mila euro.

LA MAPPA DEL CLAN DEI CASALESI

Iovine Antonio : Frignano, Frignano Maggiore, Casaluce, Villa di Briano

Zagaria Michele: Casapesenna, Basso Lazio, Trentola Ducenta, San Marcellino

Famiglia Schiavone – Panaro: Casal di Principe, Aversa, Santa Maria Capua a Vetere, l'intero agro aversano

Caterino Giuseppe: San Cipriano d'Aversa

Bidognetti Francesco: Lusciano, Villa Literno, Parete, Castel Volturno

La mediazione della politicaNicola Ferraro, imprenditore del settore dei rifiuti, consigliere regionale dell'Udeur fino dal 2005 al 2010, è stato condannato a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa ed è sotto processo insieme a Clemente Mastella nel processo sulla gestione dell'Agenzia Regionale per l'Ambiente della Campania. E' lui secondo il pentito Iovine l'anello di congiunzione tra i casalesi e la politica. "Ferraro era una persone a disposizione per le esigenze del clan in relazione alla sua funzione di politico di rilievo nazionale ed aveva rapporti ed amicizie sul territorio". Nei verbali di Iovine figurano anche l'ex sindaco di Villa Literno Enrico Fabozzi ed Enrico Martinelli già sindaco di San Cipriano d'Aversa come politici a disposizione del clan. Ma gli omissis coprono tantissime pagine dei verbali di Iovine e chissà se dietro quelle censure non si celi anche la mappa degli interessi politici.

I verbali di Iovine sono gentile concessione di Notte Criminale.

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