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Investì ragazzi dei collettivi bolognesi per proteggere Salvini: perché l’autista non verrà processato

L’autista del segretario leghista Matteo Salvini non sarà processato per lesioni. Il giudice di pace Piazza ha archiviato la posizione dell’uomo che l’otto novembre del 2014, per sfuggire all’assalto di un gruppo di antagonisti dei collettivi bolognesi, accelerò e investì tre ragazzi: “Non poteva agire diversamente a difesa della propria e dell’altrui incolumità”.
A cura di Charlotte Matteini
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L'otto novembre del 2014 investì alcuni ragazzi del collettivo Hobo di Bologna che, contestando il leader del Carroccio, assaltarono l'automobile in cui Matteo Salvini stava viaggiando come passeggero. A circa tre anni dal fatto, la posizione dell'autista di Salvini, denunciato per lesioni da Loris Narda del collettivo Hobo, è stata archiviata dal giudice di pace Cristina Piazza. Secondo il magistrato, l'autista investì i ragazzi del collettivo bolognese perché non poteva comportarsi diversamente, a tutela della sua incolumità e di quella delle persone a bordo, dunque la posizione è stata archiviata perché agì per legittima difesa.

Il giudice, accogliendo la richiesta di archiviazione del pm Valter Giovannini, sottolinea che la ricostruzione dei fatti della Procura si è basata su elementi oggettivi e sulla visione dei filmati, "che non lasciano spazi a interpretazioni diverse". Quando partì, spiega il giudice, "era in essere un'aggressione organizzata" e l'autista, quando si accorse che i manifestanti stavano assalendo l'auto, "non poteva conoscere quale epilogo potesse avere quell'aggressione".

La ricostruzione dei fatti

La vicenda risale a oltre tre anni fa. L'otto novembre del 2014, Matteo Salvini si stava recando in auto nei pressi dell'ingresso del campo nomadi di via Erbosa, sito nella periferia di Bologna. L'automobile del leader del Carroccio venne bloccata da un gruppo di giovani appartenenti ad alcuni collettivi bolognesi. L'autista del segretario leghista, vistosi accerchiato, ha dunque improvvisamente accelerato investendo tre giovani che cercavano di arrestare la vettura. Uno dei manifestanti, in seguito, salì coi piedi sul tetto, sfondando il parabrezza posteriore. "Sassate sulla macchina, calci, pugni e sputi. Se questa è la Bologna democratica e accogliente, dobbiamo liberarla!", commentò su Facebook Matteo Salvini a pochi minuti dall'aggressione. "Così i balordi dei centri sociali hanno distrutto la nostra macchina, prima ancora che ci avvicinassimo al campo Rom. Noi stiamo bene. Bastardi", aggiunse in seguito.

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