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Intervista a Roberto Herlitzka: da Pasolini a “La grande bellezza” (SPECIALE)

Il pluripremiato attore Roberto Herlitzka si racconta in occasione dello spettacolo “Una giovinezza enormemente giovane” che ricostruisce l’ultimo giorno di vita di Pier Paolo Pasolini e ci svela il contenuto della scena tagliata di “La grande bellezza”.
A cura di Andrea Esposito
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Per il passaggio a Napoli di “Una giovinezza enormemente giovane”, lo spettacolo che ricostruisce l'ultimo giorno di vita di Pier Paolo Pasolini con la regia di Antonio Calenda – in programma fino a domenica 16 novembre al Piccolo Bellini – , abbiamo incontrato l’attore Roberto Herlitzka per parlare con lui non solo di quest’ultimo progetto ma per fare un bilancio della sua incredibile carriera.

Roberto Herlitzka: l’intervista

Ho incontrato Herlitzka in albergo in un piovoso pomeriggio di novembre. Lui era piuttosto infreddolito, era una giornata particolarmente umida, e io un tantino emozionato: gli confesso subito di aver sempre avuto un debole per lui, per quella sua ironia tagliente, per quel volto spigoloso e dolcissimo, per il suo inconfondibile timbro di voce. Herlitzka è uno di quegli attori a cui basta muovere un sopracciglio per cambiare senso ad una battuta, per modificare la temperatura di una scena. Appena gli chiedo di parlarmi di Pasolini, lui inizia a distinguere tra “i vari Pasolini”, e cioè il poeta, lo scrittore, il regista… “io come attore di teatro prediligo il poeta – mi dice subito con sicurezza – “i suoi versi sono così immediati che si prestano moltissimo a essere ‘detti’ sulla scena”. In breve la conversazione si sposta sulla recitazione, “sul sembrare” come lui abilmente sintetizza, sulla drammaturgia contemporanea, sul cinema: tali e tante sono le sue preziose considerazioni che concentrarle in un montaggio di ‘appena' 8 minuti non è stata un’impresa facile.

Pasolini secondo Herlitzka

Lo spettacolo, scritto da Gianni Borgna, diretto da Antonio Calenda e prodotto dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, è costruito attorno a un monologo in cui all’evocazione dell’opera letteraria di Pasolini si alternano alcune delle sue profezie sulla società dei consumi, su quello che il poeta definiva "fascismo senza ideologia". L’allestimento presenta un cadavere in scena, un fantoccio ricoperto di fango, che fotografa l’ultimo tragico istante di vita del poeta friulano. Sul fondo scena una recinzione metallica delimita il perimetro dello spazio praticabile oltre il quale c’è una grande vela su cui sono proiettate alcune delle immagini più significative della filmografia pasoliniana. Dal punto di vista drammaturgico, il lavoro è interessante anche se non aggiunge molto a ciò che già si conosce di Pasolini; l’interpretazione di Herlitzka è al solito coinvolgente e convincente, ma la regia è forse l’unico neo. Le soluzioni, pur trattandosi di un monologo, sono un po’ datate, più televisive che teatrali.

Herlitzka in “La grande bellezza”

A proposito della sua partecipazione al film “La grande bellezza”, Herlitzka ci ha parlato del suo stralunato personaggio (il cardinale ossessionato dalla cucina) a cui, come ci spiega nel video, è stata tagliata una scena breve, ma importante: “una sequenza in cui si intuiva la sua profondità spirituale”. A parte questo ci ha anche detto che “Sorrentino sul set non da particolari indicazioni, ma è molto deciso nel dirti: questo sì, questo no. Inoltre, lui è capace di creare delle atmosfere incredibili sul set in cui gli attori si sentono già molto calati nella parte. Questa è la sua grande qualità”.

Amleto, Casanova ma anche Boris

La carriera di Herlitzka è lunga e costellata di successi e riconoscimenti: in anni recenti ha ricevuto il Premio Ubu (2004) come miglior attore italiano, sempre nel 2004 si è aggiudicato anche un Nastro d’Argento alla carriera e un David di Donatello come miglior attore non protagonista per l’interpretazione di Aldo Moro nel film di Bellocchio “Buongiorno notte”. Tra i suoi spettacoli ricordiamo “Ex Amleto”, sua personale riduzione dell’Amleto di Shakespeare di cui interpreta in scena tutti i personaggi mescolando classico e sperimentazione, ma anche “Il soccombente” di Thomas Bernhard e “Casanova” con la drammaturgia di Ruggero Cappuccio, autore con cui collabora da molto tempo. Ma uno dei grandi tormentoni, sempre degli ultimi anni, è la partecipazione di Herlitzka alla fortunata serie tv "Boris", in cui compare nei panni di un grande attore con problemi economici e alla dipserata ricerca di soldi. Famigerata la scena in cui il regista della serie "Occhi del cuore" René Ferretti (interpretato dal bravissimo Francesco Pannofino) chiede al "maestro" di recitare in modo un pò meno "alto", per essere precisi "un pò più a cazzo de cane!"

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