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Intercettazioni, ok alla riforma: stretta sulla pubblicazione, eliminate quelle irrilevanti

Il Consiglio dei ministri ha approvato la riforma delle intercettazioni. Le principali novità riguardano l’introduzione del ‘reato di diffusione fraudolenta di registrazioni o conversazioni’ e lo stralcio di quelle non rilevanti penalmente.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo, su proposta del ministro della Giustizia Andrea Orlando, che riforma la disciplina delle intercettazioni. Ora il testo passerà all’esame delle commissioni Giustizia di Camera e Senato per i pareri per poi tornare in Cdm per il via libera definitivo. Il presidente del Consiglio Paolo Gentitoni ha parlato di una normativa che “non vuole limitare lo strumento d’indagine” ma che serve a “evitare gli abusi senza ledere il diritto di cronaca”. Una delle principali novità del testo è l'introduzione di un reato con il quale si rischia fino a quattro anni di reclusione per chi diffonde le intercettazioni in maniera fraudolenta.

Noi – ha affermato Gentiloni dopo l’approvazione – non limitiamo l'uso delle intercettazioni ma contrastiamo l'abuso, sappiamo che questo strumento è fondamentale per le indagini e in nessuno modo vogliamo limitare la possibilità di disporre di uno strumento per la magistratura fondamentale per contrastare i reati più gravi ma è evidente che in questi anni ci sono stati frequenti abusi”. Secondo il presidente del Consiglio, la riforma delle intercettazioni “disciplina un uso più stringente ed è una decisione importante che merita un’attenzione particolare: abbiamo finalmente una soluzione che a mio avviso è giusta ed equilibrata”.

Il provvedimento che abbiamo approvato in via preliminare – ha sottolineato il ministro della Giustizia Orlando – non restringe la possibilità dei magistrati di utilizzare le intercettazioni, non interviene sulla libertà di stampa e sul diritto di cronaca, interviene solo su come vengono selezionate le intercettazioni”. In sostanza, secondo quanto spiegato da Orlando la procedura elimina tutto ciò che non è penalmente rilevante.

Cosa prevede la riforma delle intercettazioni

I punti fondamentali della nuova normativa riguardano: l’addio alle trascrizioni irrilevanti per le indagini; nuove regole per l’utilizzo dei virus-spia come il Trojan; l’introduzione di un nuovo reato, ovvero la ‘diffusione di riprese e registrazioni di comunicazioni fraudolente’.

Il reato di diffusione fraudolenta di registrazioni o conversazioni

Questa nuova fattispecie introdotta nel codice penale prevede una reclusione fino a 4 anni per “chiunque, al fine di recare danno all'altrui reputazione o immagine, diffonde con qualsiasi mezzo riprese audio o video, compiute fraudolentemente, di incontri privati o registrazioni, pur esse fraudolente, di conversazioni, anche telefoniche o telematiche, svolte riservatamente in sua presenza o alle quali comunque partecipa”.

Il divieto di trascrizione degli ascolti irrilevanti

Nella nuova normativa viene previsto il divieto di trascrizione “anche sommaria” di comunicazioni o conversazioni non rilevanti ai fini delle indagini. Nel verbale delle indagini va indicata solo la data, insieme all’ora e al dispositivo su cui la registrazione è intervenuta.

Archivio conservato dal pm

I verbali e le registrazioni verranno conservate dal pubblico ministero in un archivio e sarà sempre lo stesso pm entro 5 giorni dalla conclusione delle operazioni a occuparsi del deposito di tutti gli atti, formando un elenco delle conversazioni rilevanti ai fini di prova, che potranno subito essere esaminati dai difensori delle parti. I verbali e le registrazioni delle intercettazioni acquisite nel fascicolo di notizie di reato non sono coperti da segreto.

Ok a virus-spia ma con alcuni limiti

Nella normativa si prevede una disciplina dell’uso del captatore informatico, il virus-spia nei dispositivi elettronici portatili come smartphone e tablet che viene consentito per intercettazioni in ambito domiciliare in casi di delitti di criminalità organizzata o terrorismo.

Negli atti solo i brani essenziali

Con l’obiettivo di tutelare la riservatezza, i pm e i giudici dovranno riportare nelle ordinanze di misure cautelari solo i “brani essenziali” delle intercettazioni. Mentre ci sarà una semplificazione delle procedure per l’ascolto di conversazioni nel caso di gravi reati dei pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione. Servono, in questo caso, gravi indizi di reato e le intercettazioni devono essere necessarie per procedere nelle indagini.

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