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Insegnante italiana ripudiata dai genitori perché ha una figlia con un senegalese

La donna ha avuto una figlia con Maurice Bathia, senegalese 34enne: i suoi genitori l’hanno di fatto cacciata di casa: “”Tu e la bimba va bene, lui no, vuole solo sfruttare i nostri beni, vuole i nostri soldi”.
A cura di Davide Falcioni
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Neppure la nascita di una bimba, la piccola Marie Elena, è servita a far cambiare idea ai genitori di una donna di Torino di 38 anni, insegnante di lingue, che quando hanno saputo che la figlia si era fidanzata con un uomo senegalese, e che con lui aveva "persino" deciso di mettere su famiglia, sono stati chiarissimi: "Tu e la bimba va bene, lui no, vuole solo sfruttare i nostri beni, vuole i nostri soldi".  L'ennesimo caso di presunto razzismo è stato raccontato da La Stampa ed ha investito una donna italiana che da due anni ha una relazione con Maurice Bathia, senegalese 34enne, una delle voci del CoroMoro, conosciuto in occasione di un concerto per Emergency. Dalla loro relazione sei giorni fa è nata una figlia che però ora rischia di dover avere a che fare con dei nonni intolleranti, tanto che quando la neomamma è uscita dall'ospedale – poco dopo aver partorito – è stata costretta a chiedere ospitalità da amici. I suoi genitori infatti non volevano che entrasse in casa insieme al suo compagno africano. "Ma indietro non torno, anche se tutta questa situazione mi fa soffrire molto, mi ha sconvolto", commenta la donna a La Stampa. "All’inizio della nostra relazione ho tentato di presentare Maurice ai miei, ma non c’è stato verso. Anzi, dopo le pressioni di mamma e, soprattutto del papà, per un po’ ci eravamo anche allontanati. Io ero un po’ disorientata, forse spaventata. Ma poi siamo tornati insieme e ora vogliamo una nostra vita".

Eppure Maurice, 34 anni, in Italia ha un lavoro con un contratto a tempo indeterminato in una cooperativa di Vercelli che si occupa dell'accoglienza di altri immigrati e un diploma al liceo linguistico, conseguito quattro anni fa, che gli consente di avere la qualifica di mediatore culturale. "Anche se siamo nel 2018 questo razzismo nei miei confronti non mi sorprende, l’avevo già vissuto durante alcune vicende del CoroMoro, certo non fa piacere". Stavolta, però, la situazione è decisamente diversa dal solito: "Si tratta di mia figlia e a lei non rinuncio – chiarisce Maurice  -. Io non ho mai approfittato di nessuno, non sono un delinquente, sono onesto e sono fiero di quello che faccio. Dai genitori della mia compagna non ho mai visto un soldo, tutto quello che abbiamo fatto è stato affrontato con i nostri sforzi e possiamo andare avanti così. Da loro mi aspettavo che le stessero vicino almeno moralmente e fisicamente".

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