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Nel 2023 non ci sarà un nuovo Call of Duty: è la prima volta in 17 anni

Il motivo sarebbe da rintracciare nelle scarse vendite di Call of Duty: Vanguard, titolo sulla Seconda Guerra mondiale il cui lancio è stato il peggiore della serie negli ultimi 14 anni.
A cura di Lorena Rao
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A partire dal 2005, la serie di Call of Duty ha rilasciato ogni anno un nuovo capitolo. Tuttavia pare che la cadenza annuale stia per interrompersi, almeno secondo il giornalista di Bloomberg Jason Schreier. Il motivo sarebbe da rintracciare nelle scarse vendite di Call of Duty: Vanguard, titolo sulla Seconda Guerra mondiale il cui lancio è stato il peggiore della serie negli ultimi 14 anni. Per Activision, è stato cannibalizzato da Call of Duty: Black Ops Cold War, il capitolo uscito l'anno precedente. Per tale ragione, la software house sta rallentando lo sviluppo di un capitolo sotto il team Treyarch, previsto per il 2023.

Ciò non vuol dire che la serie di Call of Duty resterà ferma. "Abbiamo un'entusiasmante lista di esperienze Call of Duty premium e free-to-play per quest'anno, il prossimo anno e oltre" ha affermato in un nota Neil Wood, portavoce della compagnia. "Non vediamo l'ora di condividere maggiori dettagli quando sarà il momento giusto". Intanto per il 2022 è confermato il sequel di Modern Warfare del 2019, che riceverà un flusso costante di contenuti aggiuntivi, secondo Schreier. Novità attese anche per Warzone, che da pochi mesi ha inaugurato la mappa Pacifica.

Activision si trova in una situazione molto delicata. A luglio scorso la compagnia, che comprende pure le divisioni Blizzard e King, è stata travolta da uno scandalo gigantesco riguardo le dinamiche profondamente tossiche perpetrate nell'ambiente di lavoro, soprattutto nei confronti delle dipendenti donne. Una situazione nota persino al CEO Bobby Kotick, che però non ha mai fatto nulla per fermarla. C'è voluta un'indagine statale da parte del Department of Fair Employment and Housing (DFEH) della California. In questo marasma si aggiunge l'acquisizione da parte di Microsoft, risalente al mese scorso, per 68,7 miliardi di dollari. Si tratta dell'operazione più grossa nella storia dei videogiochi, che apre una serie di interrogativi per il futuro videoludico.

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