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Donald Trump sta supplicando Facebook per riavere il suo account

L’azienda aveva deciso di revocare il divieto rimandando una decisione ufficiale a gennaio 2023, secondo gli esperti l’ex presidente non dovrebbe tornare sui social.
A cura di Elisabetta Rosso
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Facebook logora chi non ce l'ha, e ora Donald Trump vuole tornare sulle piattaforme di Meta. D’altronde per lui è tempo di iniziare a promuovere sui social la sua campagna elettorale del 2024. Per questo ha presentato una petizione per ripristinare i suoi account. L'ex presidente è stato bandito da Facebook due anni fa, dopo i disordini di Capitol Hill, scatenati dai suoi seguaci.

La richiesta di Donald Trump

In una lettera a Meta pubblicata da NBC News mercoledì , i consiglieri di Trump hanno sostenuto che il divieto "ha drammaticamente distorto e inibito il discorso pubblico" e dovrebbe essere revocato. Il comitato della sua campagna elettorale ha sollecitato l'azienda "a non ridurre un candidato presidenziale al silenzio". Un avvocato del tycoon ha anche inviato una lettera a Mark Zuckerberg, chiedendo "una riunione per discutere la sua rapida riammissione". Su Twitter è già tornato, dopo che Elon Musk ha acquistato la piattaforma nel 2022. Ma da allora l’ex presidente non ha più twittato, scegliendo di rimanere sulla piattaforma rivale, Truth Social.

C'è però un problema, gli account di Trump su Facebook e Twitter hanno rispettivamente 34 milioni e quasi 88 milioni di follower. Su Truth Social, lo seguono meno di 5 milioni di persone. E, dato che durante la campagna elettorale del 2016 i suoi account hanno svolto un ruolo cruciale, l’ex presidente è pronto a combattere per ripristinare i suoi social mainstream. A metà novembre infatti ha annunciato ufficialmente la sua corsa per il 2024, cercando di accaparrarsi la vittoria repubblicana nelle elezioni di medio termine.

L’attacco a Capitol Hill

Il 6 gennaio 2020, un'orda di estremisti di destra hanno attaccato il Campidoglio mettendo in discussione la vittoria di Joe Biden. Tutta la manovra è stata gestita da Donald Trump che impartendo ordini sui suoi social ha aizzato le truppe e mosso le fila della rivolta. Il risultato, oltre a uffici distrutti e scrivanie ribaltate, sono stati nove morti, compresi i suicidi tra le forze dell'ordine. L’ex presidente ha anche usato Twitter per criticare il suo vice, Mike Pence, per non aver interrotto la certificazione durante l'attacco a Capitol Hill.

Il verdetto di Meta arriverà a gennaio

Meta ha spiegato che "annuncerà una decisione nelle prossime settimane". Il loro verdetto deriva da una scadenza autoimposta. All’inzio infatti la società aveva deciso di bandire l’ex presidente a tempo indeterminato, poi ha scelto di lasciar passare due anni e procrastinare il verdetto ufficiale a gennaio 2023. Per decidere se reintegrare o meno Donald Trump, l’azienda ha spiegato di aver istituito un gruppo di lavoro interno “che riunisce figure di alto livello dell'organizzazione, per arrivare a una decisione finale”.

Il parare degli esperti

L’esilio di Trump ha aperto una scissione politica. Da un lato i repubblicani che hanno deriso la censura tecnologica, dall’altro chi ha criticato le misure blande e tardive delle Big Tech. Gli esperti hanno sottolineato che far tornare Trump potrebbe essere un azzardo, considerando la sua retorica estremista e la propensione a diffondere disinformazioni.

Non solo, "il comportamento e il linguaggio di Trump sono notevolmente peggiorati da quando è stato sospeso per la prima volta dalla piattaforma Facebook ", ha spiegato James Steyer, fondatore e amministratore delegato dell'organizzazione per la sicurezza online Common Sense Media. “Permettergli di tornare ora sarebbe un grave affronto alla nostra democrazia e agli standard dichiarati pubblicamente da Meta. Il divieto dovrebbe essere reso permanente”.

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