13 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Cos’è il Fediverso, la via di fuga dal potere delle Big Tech

Uno spazio libero, decentralizzato e aperto, dove i dati sono in mano agli utenti e non alle grandi piattaforme.
A cura di Elisabetta Rosso
13 CONDIVISIONI
Immagine

Era la promessa iniziale del web. Un luogo libero dove connettersi per confrontarsi, informarsi, senza abusi, senza censure, dove ogni cosa risponde ai principi democratici. Ma, come diceva Paul Valery, oggi il futuro non è più quello di una volta. Le promesse sono state disattese. Nelle periferie del web, però, resistono. Oltre i confini delle piattaforme mainstream gestite dalle Big Tech c’è uno spazio libero, decentralizzato, aperto. Si chiama Fediverso, e anche se non l’abbiamo ancora capito, ci serve tantissimo. Ne abbiamo parlato con Claudio “Vecna” Agosti, hacker, mediattivista e fondatore di Tracking Exposed, organizzazione che analizza le dimensioni di influenza degli algoritmi.

Partiamo da qui. Dagli algoritmi, non sono né buoni né cattivi ma possono essere pericolosi.

L'algoritmo è un potere invisibile. Può essere una gabbia o un filtro utile. Ogni giorno lasciamo tracce digitali che vengono analizzate dagli algoritmi. Algoritmi che sono in mano alle grandi piattaforme. Il modello economico su cui si basano è quello di raccogliere più informazioni possibili per poi rivenderle. Il problema è che i nostri dati vengono usati in modo strumentale dalle piattaforme che appartengono alle Big Tech. Gli algoritmi non sono il male.

Quindi come possiamo proteggere i nostri dati?

Un modo abbastanza semplice è la compartizzazione, per esempio isolare Facebook in un browser specifico, così non può comunicare e scambiare cookie con altri siti. Se non puoi fare a meno di usare per esempio Google, puoi almeno provare a mostrare loro solo una piccola porzione delle tue ricerche. Diversificate gli strumenti che usiamo. È una questione di abitudine. Le soluzioni però non possono essere solo tecnologiche, la compartizzazione è un antidoto temporaneo contro chi sta abusando dei nostri diritti.

È difficile però capire a quali diritti stiamo rinunciando.

Sì. L’architettura delle piattaforme ostacola l’esercizio del diritto. Click infiniti, interfacce complesse. Servirebbero procedure più semplici, rapide e trasparenti. Ma ovviamente non è nel loro interesse adattarle. Bisogna scrivere e-mail alle piattaforme per sapere quali dati vengono trattati. Spesso molti non vengono dichiarati. Lamentarsi con il Garante della Privacy, chiedere di far rispettare i propri diritti, e poi monitorare se effettivamente ci sono stati o meno dei cambiamenti.

Ma non basta.

No, e infatti esiste un'alternativa a tutto questo.

È il Fediverso. Uno spazio digitale decentralizzato dove gli utenti hanno il controllo sui propri dati. I server sono indipendenti e si chiamano istanze, i software sono open source e i protocolli seguono uno standard aperto.

Aiutami a capire meglio.

Allora, sul Fediverso ci sono i gemelli “buoni” di tutte le piattaforme. Per esempio Mastodon simile a Twitter, Friendica a Facebook, Pixelfed a Instagram, Peertube Youtube e via dicendo. Perchè buoni? Innanzitutto sono server federati, quindi liberi, non appartengono a nessuna azienda, non hanno quindi una logica di profitto. Nessuna di queste  piattaforme poi si basa su algoritmi di raccomandazione, non ci sono suggerimenti promozionali o finalità di marketing. Vogliono solo far avvicinare e far comunicare le persone.

Claudio “Vecna” Agosti, hacker, mediattivista e fondatore, nel 2012 del Centro Hermes, per i diritti umani in rete, e nel 2016 di Tracking Exposed, organizzazione che analizza le dimensioni di influenza degli algoritmi.
Claudio “Vecna” Agosti, hacker, mediattivista e fondatore, nel 2012 del Centro Hermes, per i diritti umani in rete, e nel 2016 di Tracking Exposed, organizzazione che analizza le dimensioni di influenza degli algoritmi.

Hai anche detto che i protocolli seguono uno standard aperto.

Sì. Nel Fediverso non ci sono giardini recintati, tutti parlano la stessa lingua e la comunicazione è aperta su tutte le piattaforme. Per esempio io posso tranquillamente seguire i contenuti degli utenti anche se non sono iscritto al server dove sono stati pubblicati.

Tutte queste caratteristiche permettono quindi di avere un maggiore controllo sui dati?

Certo, innanzitutto perché è decentralizzato, ognuno può gestirsi tutto autonomamente. E poi nessuno ha interesse a raccogliere i tuoi dati dal momento in cui non servono. Non devono essere venduti, analizzati, o messi a sistema per guadagnarci sopra.

E il Fediverso potrebbe davvero diventare il nuovo internet?

Dovrebbe. Ma ci sono degli ostacoli. La maggior parte delle persone non è nemmeno consapevole del rischio che corre dando in mano alle grandi piattaforme i suoi dati, come può cercare un’alternativa? Tu scegli qualcosa di diverso quando sai che ti porta un vantaggio. Sarà una sfida ma bisogna provare a innescare una migrazione di massa nel Fediverso. Sicuramente serve sia una mobilitazione dal basso, attraverso il passaparola, sia dall’alto. I ministeri, gli enti, le aziende dovrebbero essere i primi ad utilizzarlo. I Garanti della privacy dovrebbero far sì che le persone sappiano che ci sono modi per tutelare i loro dati.

Ci guadagna anche la libertà di espressione?

Sì, perché manca una rete centralizzata di censura. Tutto è più libero.

D’altro canto non c’è il rischio di non riuscire a moderare contenuti pericolosi, violenti, o illegali?

Questo potrebbe essere un problema. Essendo distribuito in una community la sensibilità su cosa è permesso e cosa non lo è potrebbe essere più flessibile. Ma si stanno già pensando alternative. Per esempio Mastodon fornisce una serie di linee guida per la condotta degli utenti, e dispone di moderatori all'interno di determinati server che controllino, appunto, la qualità dei contenuti.

13 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views