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C’è un problema nella polemica su Chiara Ferragni: per legge a 11 anni non si possono usare i social

Il limite per iscriversi a Instagram è 13 anni e fino a 17 anni l’account dovrebbe essere privato. Da quello che sta emergendo e dalle dichiarazioni dei genitori sembra invece che la bambina che ha commentato il post di Chiara Ferragni avesse un account pubblico, da migliaia di follower e gestito direttamente da lei.
A cura di Valerio Berra
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Il 27 maggio Chiara Ferragni ha pubblicato una foto su Instagram. E questa non è certo una notizia. Nel suo post però Chiara Ferragni si presentava ai suoi follower in slip, con giusto una mano a coprire il seno. Il post ha generato i consueti dibattiti sui social sul corpo delle donne e sulla libertà di mostrare quello che si vuole. A rendere tutto diverso dal solito c’è stato questa volta il commento di una bambina di 11 anni. Una critica rivolta a Chiara Ferragni che cominciava con: “Qual è il messaggio per noi ragazzine?”. Quel commento e quell’account sono stati prima bloccati e poi ripristinati. È un motivo c’è: a 11 anni non si può avere un account su Instagram.

Cosa dicono le norme in Italia

Le norme su questo punto sono chiare, e così le regole definite dai social. Il testo di riferimento è un decreto legislativo 101 del 10 agosto 2018, pubblicato poi il 4 settembre in Gazzetta Ufficiale. Questo testo, in breve, è quello che introduce in Italia le norme definite dal GDPR, il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati Personali votato dal Parlamento Europeo. Qui, nello specifico, si rende chiaro che i minori possono esprimere il loro consenso al trattamento dei dati personali (e quindi aprire un account sui social) solo a partire dai 14 anni: “Il minore che ha compiuto i quattordici anni può esprimere il consenso al trattamento dei propri dati personali in relazione all'offerta diretta di servizi della società dell’informazione”. Su questo punto c'è anche una tolleranza di un anno, quindi di fatto il limite è fissabile a 13 anni.

Quali sono le regole di Instagram

Instagram è più netta. Per accedere al social network del gruppo Meta è necessario avere almeno 13 anni. Non solo. Fino a 17 anni, teoricamente, il profilo utilizzato dall’adolescente deve essere privato: i contenuti possono essere solo visti dai follower e le richieste per seguire l’account devono essere valutate una a una dall’utente. Il profilo da cui è stato scritto il commento indirizzato a Chiara Ferragni non è così: è pubblico e di follower ne ha oltre 27.500. La ragazza è quella che si definisce una baby influencer e sembra dedicare tutti i suoi post all’equitazione.

Per diverse ore è stato oscurato. Adesso invece è possibile di nuovo vedere i contenuti pubblicati. Certo, in linea del tutto teorica l’account della ragazza che ha commentato il post di Chiara Ferragni poteva essere gestito direttamente dai genitori. Ma stando alle dichiarazioni rilasciate dalla madre in un'intervista a Repubblica non sembra andata esattamente così. “Ho trovato giusto e maturo il commento espresso dalla mia [omissis], anche mio marito [omissis] appena ha saputo della vicenda le ha mandato un messaggio complimentandosi per aver saputo esprimere la sua opinione con garbo e delicatezza”.

Un commento del genere può esporre una bambina a un vortice di reazioni non facilmente assimilabile. E infatti la madre ha ammesso di aver cancellato le notifiche del profilo: “Ho dovuto disattivare le notifiche ai suoi post per evitare che leggesse commenti poco piacevoli”.

Il grande tema dell’età sui social

Il dibattito sull’età dichiarata sui social è un tema su cui si discute da tempo. Fino ad adesso l’accesso era stato discretamente facile: bastava un’autocertificazione per garantire la propria età e accedere direttamente ai social. Ultimamente negli Stati Uniti stanno prendendo piede una serie di iniziative che definiscono invece l’età in base a una serie di servizi in cui viene coinvolto direttamente un documento di identità. Si tratta di servizi di age verification che, teoricamente, si connettono con la nostra identità digitale e verificano solo i dati relativi all’età. La Louisiana lo ha già adottato per i portali che si occupano di pornografia.

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