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Basta smart working in mutande, per il lavoro a distanza arrivano gli ologrammi

Si può proiettare la prorpria immagine in 3D dall’altra parte del mondo, per farlo basta infilarsi dentro una scatola o indossare un visore virtuale.
A cura di Elisabetta Rosso
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Una versione immateriale di se stessi in 3D, fatta solo di luce e suono. Come in Star Wars, quando Leyla appare a Obi One Kenobi per chiedere aiuto contro l'Impero. O nel Ciclo delle fondazioni di Asimov, dove Hari Seldon regista poco prima di morire i suoi ologrammi. Ora, tutto è reale. Siamo in grado di teletrasportarci virtualmente.

Lo spiega bene Josef Schmid, chirurgo di volo della NASA, quando dice "il nostro corpo fisico non è lì, ma la nostra entità umana è assolutamente lì." Lui, è stato uno dei primi esseri umani ad essere olotrasportato (o teletrasportato virtualmente) fuori dal pianeta, nello Spazio, l’8 ottobre 2021.

Come funziona l’olotrasporto

È una tecnologia capace di ricostruire, comprimere e trasmettere modelli 3D di alta qualità di persone in qualsiasi parte del mondo e in tempo reale. "Sei proiettato come un'immagine 2D, ma il modo in cui la tua ombra e il tuo riflesso vengono catturati all'interno di uno spazio 3D grazie una fotocamera 4K, crea questo effetto volumetrico che convince il tuo cervello che stai guardando un gemello 3D iperrealistico", spiega David Nussbaum, Ceo di Portl, startup americana che ha creato una sorta di cabina telefonica, una scatola, dove basta entrare per essere proiettati dall’altra parte del mondo.

L’altro competitor sul campo è Microsoft, non usa una scatola ma le sue Holelns 2.0, visori capaci di vedere, ascoltare e interagire con il soggetto in un ambiente VR. “La realtà aumentata diventerà mainstream tra consumatori e imprenditori, liberando le esperienze vincolate agli schermi in interazioni nel tuo spazio, tra i tuoi oggetti con le tue persone”, spiega l'azienda, che considera la realtà mista come la quarta ondata nell'informatica, subito dopo l'era degli smartphone.

Il futuro del teletrasporto virtuale

"Questo è il modo in cui i leader mondiali si incontreranno", spiega il CEO, David Nussbaum. Sì, certo, ma non solo. Sarà l’evoluzione naturale di Skype, Webex, Teams e Zoom. Permettendo di lavorare a distanza sì, ma recuperando l’interazione umana. Rivoluzionerà anche il settore dell'intrattenimento. Si pensi al settore dei giochi, si potrebbero sostituire chat e sale audio con un ologramma dal vivo.

È sicuramente una tecnologia importante anche per la telemedicina. Una soluzione in più per fornire servizi sanitari attraverso tecnologie di comunicazione digitale. Gli appuntamenti dal medico, le sessioni di terapia, sono già disponibili sulle piattaforme di telemedicina ma manca l’interattività e la “vicinanza” tra medico e paziente, elemento fondamentale per instaurare un rapporto di fiducia. Si pensi alle sedute di psicoterapia a distanza che hanno registrato una crescita importante post pandemia.

Olotrasporto, una chance in più per lo smartworking

In generale potrebbe rappresentare una soluzione per tutte quelle aziende che hanno scelto di lavorare solo da remoto. Per esempio Coinbase, una piattaforma di scambio di Cripto che ha chiuso per sempre le porte del suo unico ufficio a San Francisco. Un fenomeno in crecita, i dati di una ricerca dell'Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano mostrano infatti che circa 5,3 milioni di lavoratori hanno continuato a lavorare in smart working dopo l'emergenza.

Il teletrasporto virtulale potrebbe diventare una soluzione sostenibile per lavorare a distanza, senza ridurlo a rimanere a casa, davanti al computer, con i pantaloni del pigiama. Potrebbe anche essere un argine ai rischi di isolamento e alienazione dello smart working. Un’intervista condotta da LinkedIn durante i primi mesi del lockdown ha registrato episodi di stress e ansia, difficoltà di concentrazione, disturbi del sonno nel 46% dei lavoratori da remoto.

Lo studio di Nibol, la piattaforma che permette di prenotare postazioni di lavoro all’interno di aree selezionate, spiega che per il 20% degli intervistati il lavoro da remoto è dannoso per il work-life balance, e un italiano su tre si sente solo, troppo sedentario e alienato. L’olotrasporto non potrà risolvere tutti i problemi legati allo smart working, sicuramente potrebbe essere un incentivo in più a indossare i pantaloni durante l’orario di lavoro.

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