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It-Alert

Al via i test regionali di IT-alert, il sistema di allarme pubblico che ci avviserà dei disastri

Dal 28 giugno inizieranno i test regionali di IT-alert, il nuovo sistema di allarme pubblico che ci avviserà tempestivamente sullo smartphone di alluvioni, terremoti e altre catastrofi. Alle 12 di mercoledì 28 i messaggi arriveranno in Toscana. Ecco come funziona il sistema.
A cura di Andrea Centini
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Screen del portale di IT-alert
Screen del portale di IT-alert
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In Italia sarà presto attivato un sistema di allarme pubblico nazionale in grado di recapitare messaggi di allerta sui dispositivi mobili, come smartphone e tablet. Chiamato IT-alert, è progettato per avvisare i cittadini tramite un messaggio di testo di una grave emergenza o di una catastrofe (imminente o attualmente in corso), come specificato nel portale del servizio, sviluppato sotto l'egida della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Dipartimento della Protezione Civile. Il messaggio di IT-alert verrà recapitato a tutte le persone che si trovano nell'area geografica interessata dal fenomeno critico, come un'alluvione, un terremoto, un maremoto o magari il crollo di una grande diga. L'obiettivo è “minimizzare l'esposizione individuale e collettiva” al pericolo che fa scattare l'allarme. In altri termini, è un sistema pensato per salvare quante più vite possibili durante un disastro naturale o altro evento catastrofico.

Al via i test regionali dal 28 giugno

Al momento il sistema IT-alert è ancora in fase di sperimentazione, ma nel corso del 2023 si terrà la fase cruciale dei test, prima dell'entrata in servizio vera e propria. A partire dalle 12 di mercoledì 28 giugno, infatti, i messaggi di prova del sistema verranno inviati a tutte le persone che si trovano nella regione Toscana (e aree limitrofe); il 30 giugno toccherà alla Sardegna; il 5 luglio alla Sicilia; il 7 luglio alla Calabria e il 10 luglio all'Emilia Romagna. Entro la fine dell'anno saranno coinvolte anche tutte le altre regioni e province autonome del Bel Paese. Un sistema analogo è stato recentemente testato nel Regno Unito.

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Sebbene si tratti dei primi test regionali, IT-alert è stato già sperimentato nel corso del 2022; dal 7 al 9 aprile dello scorso anno hanno ricevuto i messaggi di test i cittadini presenti sull'isola di Vulcano, durante la simulazione di un'eruzione distruttiva. Nel primo dei due messaggi inviati sono state riportate informazioni sull'eruzione imminente e sul comportamento da seguire, mentre nel secondo la popolazione è stata avvisata della fine dell'esercitazione. Tra il 4 e il 6 novembre IT-alert è stato invece testato in Calabria e Sicilia, nei comuni a ridosso dello Stretto di Messina. In questo caso è stato simulato l'avvertimento di un maremoto a seguito di un terremoto di magnitudo 6 in provincia di Reggio Calabria. Oltre 4 milioni di persone hanno ricevuto i messaggi legati ai test, attraverso i quali è stato somministrato anche un questionario per la verifica che tutto fosse andato secondo i piani (i questionari saranno inviati anche dopo i test regionali).

Come funziona il sistema di allarme pubblico IT-alert

Ma come funziona esattamente IT-alert? È innanzitutto doveroso sottolineare che non si tratta di SMS, MMS o di un'applicazione per smartphone; il sistema di messaggi si basa su una tecnologia chiamata cell-broadcast. È sufficiente che il dispositivo mobile sia acceso e connesso alla rete telefonica cellulare (anche debolmente) per ricevere il messaggio di avviso. “Grazie a questa tecnologia, i messaggi IT-alert possono essere inviati all’interno di un gruppo di celle telefoniche geograficamente vicine, capaci di delimitare un’area il più possibile corrispondente a quella interessata dall’evento, previsto o in corso”, spiega la Protezione Civile.

È interessante notare che il sistema funziona anche quando le linee telefoniche sono intasate. Tutti sappiamo cosa può succedere a Capodanno quando ci si scambia gli auguri, a causa delle reti ingolfate. Col sistema cell-broadcast si aggira questo problema e si riescono ad avvisare tutte le persone potenzialmente coinvolte dall'evento catastrofico. Non è inoltre necessario registrarsi ad alcun servizio, dato che il sistema avvisa automaticamente tutti i numeri di telefono agganciati alle celle presenti nell'area interessata dalla criticità. Non serve avere del credito sul telefono, ma è fondamentale che il dispositivo sia acceso – lo ribadiamo – e che non sia in modalità aereo (deve avere campo, la sola connessione wi-fi non basta). La geolocalizzazione non è necessaria, inoltre non serve scaricare App o altro. Non si riceve il messaggio su PC.

La Protezione Civile spiega vecchie versioni del sistema operativo del proprio dispositivo mobile potrebbero avere problemi con la visualizzazione dei messaggi, inoltre anche l'impostazione della suoneria silenziosa potrebbe non far squillare il telefono, nonostante si tratti di alert inviati con il massimo livello di priorità, in grado di “scavalcare” automaticamente alcune funzioni. Il test del 28 giugno in Toscana valuterà anche eventuali ritardi e altre problematiche che potrebbero emergere.

Per quali disastri funziona IT-alert

L'arrivo di un simile sistema in Italia è legato alla Direttiva UE 2018/1972 del Parlamento europeo e del Consiglio dell'11 dicembre 2018, che ha stabilito la necessità di introdurre sistemi di allarme pubblico per gli Stati membri. Nel nostro Paese è stato istituito attraverso il decreto-legge del 18 aprile 2019 n.32. Al momento non è pensato per tutte le tipologie di disastri naturali o catastrofi, tuttavia le limitazioni potrebbero essere riviste in futuro. È previsto che IT-alert entri in funzione in caso di "maremoto generato da un sisma; collasso di una grande diga; attività vulcanica, relativamente ai vulcani Vesuvio, Campi Flegrei, Vulcano e Stromboli; incidenti nucleari o situazione di emergenza radiologica; incidenti rilevanti in stabilimenti soggetti al decreto legislativo 26 giugno 2015, n. 105 (Direttiva Seveso); precipitazioni intense". Come indicato, al termine del periodo di sperimentazione potrebbero esserci delle variazioni.

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