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Uomo di 66 anni guarito dall’HIV grazie a trapianto di staminali: è la quarta persona al mondo

Il centro di cura City of Hope ha annunciato la remissione dall’HIV di un uomo di 66 anni. È la persona più anziana e infetta da più tempo a essere guarita.
A cura di Andrea Centini
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Un uomo di 66 anni è guarito dall'HIV, il virus responsabile dell'AIDS, acronimo di sindrome da immunodeficienza acquisita. Per rendersi conto di quanto è straordinaria questa notizia, basti sapere che si tratta soltanto della quarta persona al mondo in remissione dal patogeno. È anche la seconda di quest'anno, dopo l'annuncio a febbraio della guarigione di una donna di 59 anni. A render ancor più eccezionale il nuovo caso, il fatto che si tratta della persona più anziana in assoluto del quartetto dei guariti e quella che conviveva da più tempo con l'HIV, oltre 30 anni. La sua diagnosi risaliva infatti al 1988. In questo momento sta vivendo da 17 mesi consecutivi in remissione dal virus dopo aver sospeso la terapia di antiretrovirali (ART), i farmaci utilizzati normalmente dai sieropositivi per contenere l'HIV.

Ad annunciare la guarigione dell'uomo è stato un centro di cura californiano chiamato City of Hope, Città della Speranza, il nome assegnato anche al paziente che è voluto restare anonimo. Appellativi curiosi erano stati dati anche ai precedenti guariti; il primo in assoluto fu il famoso “paziente di Berlino”, mentre il secondo fu il “paziente di Londra”. Come nei precedenti casi, l'uomo è guarito grazie a una terapia sperimentale utilizzata per trattare i pazienti colpiti da leucemia mieloide acuta (LMA), un tipo di cancro che attacca il midollo osseo potenzialmente mortale. Al paziente “City of Hope” era stata diagnosticata nel 2019. Dopo la diagnosi ha ricevuto un trapianto di midollo osseo con cellule staminali da un donatore non imparentato, portatore di una rara mutazione genetica (chiamata CCR5Δ32) in grado di alterare l'espressione del corecettore CCR5. Esattamente come avviene con il recettore ACE2 per il coronavirus SARS-CoV-2, il virus responsabile della pandemia di COVID-19, il CCR5 è la porta d'accesso nelle cellule umane per il virus dell'HIV. Questa mutazione, in pratica, sbarra la porta al virus dell'HIV e dunque lo neutralizza. In parole semplici, la mutazione rende le persone resistenti alla maggior parte dei ceppi dell'HIV.

Nonostante l'elevata efficacia dimostrata da queste (poche) guarigioni, non si tratta di una terapia attuabile sulle decine di milioni di persone affette dall'HIV, poiché presenta rischi molto significativi. Per il trapianto di staminali, in pratica, si “cancella” il sistema immunitario di una persona per un certo periodo di tempo, un rischio che puoi correre se hai un cancro potenzialmente mortale da combattere. È una procedura complessa con gravi effetti collaterali e che “non rappresenta un'opzione adatta per la maggior parte delle persone con HIV”, ha dichiarato la professoressa Jana k. Dickter, specialista in malattie infettive presso la “Città della Speranza”. L'uomo di 66 anni ha smesso di assumere farmaci antiretrovirali a marzo del 2021, dopo aver ricevuto il vaccino anti Covid. Avrebbe potuto iniziare anche prima. Da allora è in remissione sia dall'HIV che dal cancro, grazie a una chemioterapia a bassa intensità sviluppata da City of Hope per persone più anziane e fragili. È un risultato straordinario che evidenzia i progressi compiuti dalla medicina e dalla ricerca scientifica.

“Quando mi è stato diagnosticato l'HIV nel 1988, come molti altri, ho pensato che fosse una condanna a morte”, ha dichiarato il paziente in un comunicato stampa. “Non avrei mai pensato di vivere abbastanza a lungo da poter vedere il giorno in cui mi sarei liberato dell'HIV. City of Hope lo ha reso possibile e sono oltremodo grato”, ha chiosato l'uomo. I dettagli del suo caso clinico, non ancora sottoposto a revisione paritaria, saranno presentati ufficialmente durante la Conferenza internazionale sull'AIDS 2022, che inizierà venerdì 29 luglio a Montreal, in Canada.

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