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Una terapia del cancro di ultima generazione continua a combattere la leucemia dopo oltre dieci anni

La strategia terapeutica, chiamata CAR-T, rientra nelle cosiddette immunoterapie geniche perché agisce attraverso la riprogrammazione delle cellule immunitarie del paziente.
A cura di Valeria Aiello
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Usare le cellule immunitarie del paziente per combattere una delle forme di cancro più comuni nel mondo occidentale, la leucemia linfocitica cronica, un tumore del sangue dovuto a una trasformazione maligna delle cellule B. Pionieri di questa strategia terapeutica chiamata CAR-T, acronimo di Chimeric antigen receptor T cell, e basata sulle cellule T che esprimono un recettore chimerico dell’antigene, sono i ricercatori dell’Abramson Cancer Center e la Perelman School of Medicine presso l’Università della Pennsylvania che, a distanza di oltre 10 anni dal trattamento di due pazienti con leucemia linfocitica cronica, descrivono su Nature quella che, di fatto, è la più lunga e persistente remissione dalla malattia.

Questa remissione a lungo termine è notevole e assistere a pazienti che vivono senza cancro è una testimonianza dell’enorme potenziale di questo ‘farmaco vivente’ che agisce efficacemente contro le cellule tumorali – ha affermato il primo autore dello studio, Joseph Melenhorst, professore di Patologia e Medicina di Laboratorio presso l’Università della Pennsylvania – . Vedere che i nostri pazienti rispondono bene a questa terapia cellulare innovativa rende tutti i nostri sforzi utili a poter dare loro più tempo per vivere e restare con i propri cari”.

La terapia CAR-T rientra nelle cosiddette immunoterapie geniche, in quanto le cellule T del paziente vengono prelevate, modificate geneticamente in laboratorio, e poi infuse nel paziente stesso, dove diventano vere e proprie armi con le cellule cancerose. L’ingegnerizzazione consiste nell’inserimento nelle cellule T di un gene per produrre il recettore chimerico dell’antigene (CAR), una proteina che permette a queste cellule, una volte infuse nello stesso paziente, di riconoscere le cellule malate e di aggredirle fino a distruggerle.

Il successo di questa terapia, che per alcune forme di cancro è già stata approvata negli Stati Uniti e in Europa, è ora confermata dalla remissione di lunga durata, che suggerisce l’esistenza di due fasi distinte della risposta alla trattamento con cellule CAR-T: una fase iniziale, caratterizzata dall’azione delle CAR-T infuse, e una seconda fase, caratterizzata da un’evoluzione delle cellule CAR-T nel tempo, con la proliferazione di una popolazione di cellule CD4+, e dalla persistenza della remissione.

Nel caso dei due pazienti, Bill Ludwig e Doug Olson, che nell’estate del 2010 combattevano contro la leucemia linfocitica cronica senza che le terapie standard avessero più alcun effetto, la terapia CAR-T ha portato alla remissione della neoplasia nello stesso anno e alla remissione a lungo termine controllata dai linfociti T CD4+. “Negli anni successivi – spiegano gli autori dello studio in una nota – queste cellule CD4+ hanno continuato a dimostrare caratteristiche di eliminazione delle cellule tumorali e una proliferazione continua, che sono un segno distintivo dell’efficacia delle cellule CAR-T contro il cancro: la loro intensa capacità di sopravvivere e prosperare all’interno dell’organismo”.

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