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Un vulcano sottomarino nel Mediterraneo rischia di esplodere in 150 anni e causare un disastro

Grazie a una sofisticata tecnica di imaging sismico è stata scoperta una nuova camera magmatica nel Kolumbo, il più attivo vulcano sottomarino del Mediterraneo. Quali sono i rischi.
A cura di Andrea Centini
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Una sezione del vulcano Kolumbo. Credit: Santory
Una sezione del vulcano Kolumbo. Credit: Santory

Nel cuore di un vulcano sottomarino del Mar Mediterraneo è stata individuata una camera magmatica mobile precedentemente sconosciuta, una scoperta che aumenta le probabilità che si possa innescare una catastrofica eruzione esplosiva. Ad essere coinvolto è il Kolumbo, il più attivo vulcano sottomarino del Mare Nostrum, sito a pochissimi chilometri dalla turistica isola della Grecia Santorini e facente parte dell'Arco vulcanico dell'Egeo meridionale. Non è possibile prevedere quando si verificherà l'eruzione, tuttavia, in base a quanto rilevato dai vulcanologi, la camera magmatica recentemente scoperta sta crescendo a un ritmo tale che, entro 150 anni, si stima possa raggiungere lo stesso volume di magma sprigionato durante la precedente eruzione, verificatasi nel 1.650 dopo Cristo (quella che fece scoprire il vulcano). Al momento “non c'è modo di dire con certezza quando Kolumbo erutterà la prossima volta”, spiegano gli esperti, ma è evidente che con questa scoperta le probabilità di una nuova eruzione sono aumentate sensibilmente.

A scoprire e descrivere la nuova camera magmatica del Kolumbo, il più grande di una ventina di vulcani sottomarini nella zona nordorientale di Santorini, è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'Imperial College di Londra, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università dell'Oregon (Stati Uniti), del GEOMAR Helmholtz-Centre for Ocean Research di Kiel (Germania), del Laboratorio di Geofisica dell'Università Aristotele di Tessalonica e dell'Università di Atene. Gli scienziati, coordinati dal vulcanologo Michele Paulatto e dal geofisico Kajetan Chrapkiewicz, hanno individuato la camera magmatica “nascosta” attraverso un'innovativa tecnica di indagine chiamata imaging sismico a inversione completa della forma d'onda, basata su colpi di pistola ad aria compressa sparati da una nave da ricerca in navigazione sulla regione vulcanica. Grazie ad essa è possibile identificare “posizioni, dimensioni e velocità di fusione dei corpi di magma mobili”, come spiegato in un comunicato stampa dell'ateneo di Londra. La camera del Kolumbo si trova tra i 2 e i 4 chilometri di profondità sotto la superficie del mare, mentre la bocca del vulcano è a 500 metri.

Illustrazione della situazione nel vulcano Kolumbo. Credit: Nia Schamuells e Michele Paulatto
Illustrazione della situazione nel vulcano Kolumbo. Credit: Nia Schamuells e Michele Paulatto

“L'inversione completa della forma d'onda è simile a un'ecografia medica. Utilizza le onde sonore per costruire un'immagine della struttura sotterranea di un vulcano”, ha dichiarato il dottor Paulatto. Grazie ad essa sono riusciti a identificare una grande camera magmatica che, secondo i calcoli, è cresciuta a un tasso di 4 milioni di metri cubi di magma all'anno dal 1.650 dopo Cristo ad oggi. Ciò significa che attualmente nella camera magmatica si trovano 1,4 chilometri cubi di magma, che a questo ritmo diventeranno 2 chilometri cubi entro 150 anni. Questa soglia è significativa perché si ritiene che sia la quantità di magma espulsa durante l'eruzione del 1.650. In parole semplici, potrebbe rappresentare la soglia critica del vulcano per scatenare una nuova eruzione esplosiva, anche se come indicato al momento non vi è alcuna certezza.

Nell'eruzione del 1.650 i gas venefici sprigionati dal fenomeno eruttivo uccisero 70 persone e un gran numero di animali. Nel caso in cui dovesse verificarsi un evento analogo in tempi moderni le conseguenze sarebbero decisamente più drammatiche, considerando che Santorini (che ha circa 14mila abitanti più un fiume di turisti) si trova ad appena 7 chilometri dalla bocca del Kolumbo. Inoltre i ricercatori prevedono che l'eruzione del vulcano genererà uno tsunami e una enorme colonna di ceneri e gas, alta decine di chilometri. L'esplosione sarà simile a quella del vulcano sottomarino Hunga Tonga-Hunga Haʻapai avvenuta il 15 gennaio 2022, ma fortunatamente in scala ridotta. Del resto si è trattato dell'eruzione più potente del secolo, in grado di sprigionare un'energia pari a 500 bombe atomiche di Hiroshima.

Grazie alle tecniche di imaging e ai sensori è possibile determinare con un po' di preavviso una potenziale futura eruzione del Kolumbo e permettere l'evacuazione della popolazione, ma gli autori dello studio sottolineano l'estrema importanza di monitorare con grande attenzione sia il vulcano più minaccioso che le altre bocche di fuoco prossime a Santorini. “Abbiamo bisogno di dati migliori su cosa c'è effettivamente sotto questi vulcani. I sistemi di monitoraggio continuo ci permetterebbero di avere una stima migliore di quando potrebbe verificarsi un'eruzione. Con questi sistemi, probabilmente verremmo a conoscenza di un'eruzione qualche giorno prima che accada e le persone sarebbero in grado di evacuare e mettersi al sicuro”, ha concluso il professor Chrapkiewicz. I dettagli della ricerca “Magma Chamber Detected Beneath an Arc Volcano With Full-Waveform Inversion of Active-Source Seismic Data” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Geochemistry, Geophysics and Geosystems dell'AGU.

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