33 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Un uomo non può chiudere gli occhi da 3 anni dopo un intervento di chirurgia plastica

A seguito di un intervento di chirurgia plastica un uomo ha sviluppato un grave ectropion, a causa del quale non può chiudere gli occhi da 3 anni.
A cura di Andrea Centini
33 CONDIVISIONI
Immagine

Un uomo britannico di 79 anni, il pittore Pete Broadhurst, da tre anni non riesce a chiudere gli occhi a causa delle complicazioni di un intervento di chirurgia plastica. La sua storia è stata raccontata da diversi tabloid, ai quali lo sfortunato pensionato ha rilasciato alcune interviste. Come indicato dal Wales Online, tutto ebbe inizio nel lontano 1959, quando a causa di un problema ai denti – una malocclusione di terza classe, con i molari troppo spostati troppo in avanti – si sottopose a un'operazione di ricostruzione. L'intervento, tuttavia, ebbe delle spiacevoli conseguenze e lo lasciò con delle guance flosce, che lo stesso uomo ha definito “guance da criceto”. Il suo nuovo volto ebbe un impatto significativo sia sulla vita sentimentale che sull'autostima, soprattutto dopo essere stato lasciato dalla compagna (con cui aveva due figli) e aver avuto difficoltà in altre due relazioni.

Per questo motivo dopo tanti anni ha deciso di correggere il suo difetto estetico (e altri) con un profondo intervento di chirurgia plastica. In un'operazione durata nove ore eseguita nel 2019 il signor Broadhurst ha ricevuto un lifting al collo, una blefaroplastica sotto gli occhi (l'eliminazione della pelle in eccesso) e una rinoplastica. L'invasiva operazione, eseguita all'estero, ha tuttavia lasciato conseguenze inattese, un ectropion. Come specificato dagli autorevoli Manuali MSD per operatori sanitari, l'ectropion “è una condizione in cui la palpebra è incurvata all’esterno (estroflessa) in modo che i margini non tocchino il bulbo oculare”. Normalmente le due palpebre si chiudono ermeticamente per proteggere l'occhio da potenziali traumi ed evitare l'evaporazione del film lacrimale, specifica il manuale; nel caso di ectropion o entropion (in cui la palpebra è rivolta verso l'interno) ciò non avviene. “Se i margini della palpebra sono estroflessi, le due palpebre non combaciano più correttamente e le lacrime non si diffondono sul bulbo oculare”.

Dopo l'intervento il paziente fu avvisato che l'ectropion sarebbe stato solo temporaneo, tuttavia non è andata così e oggi sono tre anni che ne soffre, con un significativo impatto sulla qualità della sua vita. Nonostante sia stato sottoposto a un ulteriore intervento chirurgico correttivo, non è ancora in grado né di chiudere né di aprire completamente i suoi occhi. “I miei occhi erano distorti, riuscivo a malapena a vedere. Mi era stata sollevata la palpebra sinistra e il mio occhio destro aveva un paraocchi nell'angolo. Non è mai più migliorato. Non riuscivo a vedere e di notte dovevo ancora chiuderlo con nastro adesivo”, ha sottolineato il signor Broadhurst, ricordando le conseguenze del primo intervento.

A causa di questa condizione per mantenere umidi i suoi occhi ancora oggi usa costantemente dei colliri e di notte dorme con un asciugamano caldo e umido sul viso. Con l'ultima operazione ha comunque avuto dei benefici ed è atteso per un ulteriore check-up che potrebbe migliorare ulteriormente l'ectropion. A causa della sua esperienza negativa il signor Broadhurst ha voluto mettere in guardia le persone sui potenziali rischi degli interventi di chirurgia plastica.

33 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views