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Covid 19

Un non vaccinato su 10 può essere contagioso anche 10 giorni dopo l’infezione

Lo indicano i dati di uno studio britannico che ha osservato livelli clinicamente rilevanti di Sars-Cov-2 nei tamponi nasofaringei di pazienti non vaccinati che avevano contratto l’infezione da più di dieci giorni.
A cura di Valeria Aiello
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Più del 10% dei non vaccinati che risulta positivo al coronavirus potrebbe avere livelli clinicamente rilevanti di Sars-Cov-2 potenzialmente infettivo anche 10 giorni dopo il contagio. Lo indicano i risultati di uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Exeter, nel Regno Unito, che hanno utilizzato un test recentemente adattato per rilevare se la carica virale presente nelle vie respiratorie superiori di un positivo può essere attiva oppure no. Il test, in particolare, si basa sull’identificazione del gene E (envelope) di Sars-Cov-2, un’unità funzionale che esprime una proteina coinvolta in diversi aspetti del ciclo vitale del virus e che, in quanto tale, è considerata come rappresentante di un microrganismo competente alla replicazione, dunque potenzialmente trasmissibile.

L’analisi, pubblicata sull’International Journal of Infectious Diseases, ha preso in esame 265 tamponi nasofaringei di 176 casi di Covid che si sono verificati nel Sud-Ovest del Regno Unito tra il 17 marzo e il 29 novembre 2020, dunque prima dell’autorizzazione dei vaccini anti-Covid. Il test del gene E ha indicato che il 13% dei positivi mostrava livelli di virus clinicamente rilevanti 10 giorni dopo la diagnosi di Covid, indipendentemente dalla presenza di sintomi della malattia. Alcune persone hanno mantenuto questi livelli fino a un massimo 68 giorni.

Secondo gli autori della ricerca, l’implementazione del test del gene E potrebbe essere di aiuto dove il rischio di trasmissione virale rappresenta un problema per la comunità o una minaccia per la salute pubblica, come in ambienti sanitari e in contesti di assistenza. “Anche se questo è uno studio relativamente piccolo, i nostri risultati suggeriscono che il virus potenzialmente attivo a volte può persistere per un periodo di oltre 10 giorni, il che significa che è può essere ancora trasmesso – ha affermato la professoressa Lorna Harries che ha supervisionato lo studio – . Inoltre, non c’era nulla di clinicamente notevole in queste persone, il che significa che non saremmo in grado di prevedere chi sono”.

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