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Cop 27, il vertice sul clima in Egitto

Un miliardario causa emissioni di gas serra un milione di volte più elevate della persona media

Un rapporto di Oxfam ha calcolato l’enorme impatto delle emissioni di gas a effetto serra dei miliardari. In 125 inquinano quanto l’intera Francia.
A cura di Andrea Centini
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In media un miliardario è responsabile di emissioni di gas a effetto serra in atmosfera sensibilmente più elevate di quelle di una persona comune. È un dato che potrebbe apparire intuitivo, considerando supercar, yacht, voli privati, mega ville, turismo spaziale e altri lussi che si concedono i facoltosi, tuttavia il loro impatto è decisamente più grande di quel che si possa immaginare. Tenendo presenti gli investimenti in grandi industrie, infatti, ciascun riccone emette nell'ambiente gas a effetto serra ben un milione di volte in più rispetto della persona media, nel 90 percento della popolazione. Poiché anidride carbonica (CO2), metano (CH4) e altri gas serra sono i principali catalizzatori dei cambiamenti climatici, gli stili di vita dei miliardari hanno conseguenze drammatiche sull'intero pianeta, colpendo ecosistemi e umanità.

A calcolare il livello di emissioni provocate dai miliardari sono stati gli esperti di Oxfam, un ente di beneficenza britannico, che ha messo a punto il nuovo rapporto “Carbon billionaires: The investment emissions of the world’s richest people”. Potete leggerlo cliccando su questo link. L'organizzazione ha condotto un'approfondita analisi sugli investimenti di 125 miliardari in alcune delle più grandi multinazionali e società al mondo, determinando l'impatto climatico degli stessi. Dall'indagine è emerso che i miliardari, attraverso i loro investimenti, in media producono annualmente 3 milioni di tonnellate di CO2e (CO2 equivalente, una misura dell'impatto sul riscaldamento globale da una determinata quantità di gas serra NDR). Come specificato da Oxfam, il dato è un milione di volte superiore alla CO2e emessa dalla persona media, pari ad "appena" 2,76 tonnellate annue. Non c'è da stupirsi della differenza, dato che mediamente i miliardari hanno il 14 percento dei propri investimenti in industrie inquinanti come quelle legate all'energia e ai materiali come il cemento. Incredibilmente, solo uno dei ricconi aveva investimenti in una società di energia rinnovabile.

Da questi dati di base è stato calcolato che i 125 miliardari coinvolti nello studio – che hanno partecipazioni complessive per 2,4 trilioni di dollari in circa 200 società – sono responsabili di 393 milioni di tonnellate di CO2e emesse ogni anno in atmosfera, una quantità paragonabile a quella di grandi Paesi come la Francia. In pratica, un gruppo di persone che si può sedere comodamente in un'aula universitaria è da solo capace di inquinare il pianeta tanto quanto una nazione con circa 70 milioni di abitanti. Se ciò non bastasse, queste emissioni di gas serra hanno conseguenze sull'intera umanità. I primi a pagarle, naturalmente, non sono i super ricchi responsabili, ma le popolazioni più povere e vulnerabili, quelle che emettono meno ma che sono maggiormente esposte alle conseguenze dei cambiamenti climatici, come siccità, eventi meteo estremi e innalzamento del livello del mare. Basti ricordare i 1.700 morti e i 9 milioni di sfollati in Pakistan a causa delle alluvioni nel corso del 2022, o i 20 milioni di persone che hanno sofferto la fame per la siccità, come evidenziato nel nuovo rapporto dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM).

“Questi pochi miliardari insieme hanno ‘emissioni da investimento' che eguagliano l'impronta di carbonio di interi paesi come Francia, Egitto o Argentina”, ha dichiarato in un comunicato stampa Nafkote Dabi, responsabile dei cambiamenti climatici presso Oxfam. “La maggiore e crescente responsabilità delle persone facoltose per le emissioni complessive è raramente discussa o presa in considerazione nel processo decisionale sul clima. Questo deve cambiare. Questi investitori miliardari in cima alla piramide aziendale hanno l'enorme responsabilità di guidare il crollo climatico. Sono sfuggiti alla responsabilità per troppo tempo”, ha aggiunto il dottor Dabi. “Le emissioni degli stili di vita da miliardari – a causa del frequente uso di jet e yacht privati – sono migliaia di volte quelli di una persona media, il che è già del tutto inaccettabile. Ma se guardiamo alle emissioni dei loro investimenti, allora le loro emissioni di carbonio sono oltre un milione di volte superiori”, ha chiosato.

Alla luce di questo enorme impatto sul clima, che sta già provocando sofferenza e morte in varie parti del mondo, Oxfam chiede ai governi riuniti alla COP27 di mettere in evidenza il ruolo dei super ricchi nel riscaldamento globale e di regolamentare i loro investimenti, al fine di porre fine al profitto sulla pelle del resto dell'umanità. Per farlo, spiega l'ente britannico, le aziende responsabili devono ridurre drasticamente le loro emissioni e i miliardari essere tassati con una patrimoniale ad hoc. “I super ricchi devono essere tassati e regolamentati per evitare investimenti inquinanti che stanno distruggendo il pianeta. I governi devono anche mettere in atto normative e politiche ambiziose che costringano le aziende a essere più responsabili e trasparenti nella rendicontazione e a ridurre radicalmente le loro emissioni”, ha affermato Dabi.

Secondo Oxfam con una tassa patrimoniale si potrebbero raccogliere 1,4 trilioni di dollari l'anno da destinare ai programmi di aiuto per i Paesi in via di sviluppo, i più colpiti dalla crisi climatica. “Per raggiungere l'obiettivo globale di mantenere il riscaldamento al di sotto di 1,5 gradi Celsius, l'umanità deve ridurre significativamente le emissioni di carbonio, il che richiederà cambiamenti radicali nel modo in cui gli investitori e le società conducono gli affari e le politiche pubbliche”, ha concluso Dabi. La speranza è che venga ascoltato dai potenti della Terra, attualmente riuniti alla COP27 in Egitto.

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