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Un cane ha contratto il vaiolo delle scimmie dal proprio padrone: come è possibile e cosa cambia

Si tratta del primo caso di infezione trasmessa da un uomo a un cane, segnalato in Francia, dove è stata confermata la positività al virus del vaiolo delle scimmie in un levriero di 4 anni.
A cura di Valeria Aiello
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Un esemplare di levriero italiano / Wikipedia
Un esemplare di levriero italiano / Wikipedia

Per la prima volta, da quando nel mese di maggio 2022 il vaiolo delle scimmie (monkeypox) ha iniziato a insinuarsi in tutto il mondo, con una diffusione senza precedenti nell’uomo, i ricercatori hanno segnalato un evento di trasmissione virale da un essere umano a un cane, una possibilità mai esclusa dagli esperti ma che ora è stata documentata dai medici in Francia, dove un levriero italiano di 4 anni, che viveva in casa con i suoi proprietari positivi al virus, ha contratto l’infezione.

A comprovare quella che in gergo è chiamata “zoonosi inversa”, ovvero la trasmissione del patogeno da parte dell’uomo all’animale, è stato il sequenziamento del materiale genetico del virus che ha infettato il cane, risultato praticamente identico a quello che ha causato la malattia dei suoi padroni. I proprietari, in particolare, una coppia di uomini con rapporti non esclusivi con altri uomini, si erano presentati presso l’ospedale Pitié-Salpêtrière di Parigi lo scorso 10 giugno 2022, mostrando i sintomi caratteristici dell’infezione, inclusa la presenza di eruzioni cutanee associate ad affaticamento, mal di testa e febbre, e risultando entrambi positivi al virus.

Primo caso di vaiolo delle scimmie trasmesso da un uomo a un cane

Dodici giorni dopo l’esordio di tali sintomi nei due pazienti, il loro cane, un maschio di levriero italiano senza precedenti disturbi, ha mostrato la presenza di lesioni mucocutanee, comprese pustole addominali e una sottile ulcerazione anale.

Come precisato nel dettaglio nel report pubblicato dai medici e veterinari francesi sulla rivista scientifica The Lancet e intitolato “Evidence of human-to-dog transmission of monkeypox virus”, le indagini hanno confermato la positività dell’animale, evidenziando che le sequenze di DNA virale ottenute dal cane e da uno dei due pazienti appartenevano entrambe al virus del vaiolo delle scimmie (clade hMPXV-1, lignaggio B.1) che si sta diffondendo negli Stati Uniti e in Europa. “E che al 4 agosto 2022, ha infettato più di 1700 persone in Francia, per lo più concentrate a Parigi, dove il cane ha sviluppato i primi sintomi” si legge nel report, che vede come prima autrice l’infettivologa Sophie Seang del Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali dell’Ospedale Pitié Salpêtrière.

Come avviene la trasmissione del vaiolo delle scimmie da uomo a cane

Come noto, la trasmissione da una persona a persona del vaiolo delle scimmie avviene solitamente attraverso il contatto con le lesioni o il materiale delle lesioni (che può trovarsi ad esempio sulle lenzuola o sugli asciugamani utilizzati da persone infette), oppure attraverso l’esposizione ad altri fluidi corporei, comprese le goccioline respiratorie di persone infette.

Analogamente, la trasmissione del vaiolo delle scimmie dall’uomo agli animali e, come in questo caso, al cane che viveva in casa con i due pazienti, è avvenuta attraverso lo stretto contatto con i due uomini, che hanno riferito di aver dormito nel loro letto insieme al cane. “Date le lesioni cutanee e mucose del cane – hanno precisato gli autori del case report – ipotizziamo una vera malattia canina, non un semplice trasporto del virus per stretto contatto con l’uomo o trasmissione per via aerea (o entrambi)”.

Cosa rischiamo se gli animali contraggono il vaiolo delle scimmie

Come premesso, la trasmissione del vaiolo delle scimmie dall’uomo agli animali non è mai stata esclusa. Anzi. Fin dal principio dell’epidemia 2022, il timore degli scienziati è che il virus, già endemico in vari stati dell’Africa occidentale e centrale – dove si nasconde nei piccoli roditori che possono trasmetterlo all’uomo – finisca per insediarsi in serbatoi animali in altre parti del mondo, da momento che ha la capacità di infettare un’ampia varietà di mammiferi.

Ne parlavamo anche qui, evidenziando quale sia il rischio di lasciare campo libero al virus di infettare non solo gli umani ma di diffondersi in altre specie suscettibili, il che andrebbe a creare un serbatoio animale permanente da cui gli esseri umani potrebbero essere ripetutamente infettati . In tal senso, i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) degli Stati Uniti, così come altre agenzie sanitarie dei Paesi colpiti dall’epidemia, hanno raccomandato ai positivi di evitare il contatto con gli animali, compresi gli animali domestici come cani e gatti.

Nel caso un animale domestico sia stato esposto al vaiolo delle scimmie, i CDC hanno evidenziato l’importanza di tenerlo lontano dagli altri animali e dalle persone, e di contattare il veterinario per decidere se effettuare un test e quali siano i tempi di isolamento. In linea generale, in caso di esposizione al vaiolo delle scimmie, i CDC indicano di rispettare un isolamento da altri animali e persone di almeno 21 giorni.

Oltre a ciò, gli esperti suggeriscono di intraprendere precauzioni simili a quelle che adottiamo con gli umani. “Per chi è positivo ma ha animali domestici che ama e di cui si prende cura, non è raccomandato avere contatti fisici stretti con loro, almeno fino a quando le lesioni cutanee non si saranno seccate e finché non si è davvero più contagiosi – ha affermato il dottor Dean Winslow, specialista in malattie infettive presso l’Università di Stanford – . In altre parole, se hai il vaiolo delle scimmie non è una buona idea dormire con il tuo animale domestico”.

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