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Tsunami a Stromboli: INGV spiega cos’è successo sul vulcano il 4 dicembre

Uno tsunami di 1,5 metri ha investito la costa di Stromboli, a seguito di un flusso piroclastico scatenato dall’omonimo vulcano. Ecco cos’è accaduto.
A cura di Andrea Centini
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Credit: INGV
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Nel pomeriggio di domenica 4 dicembre un'onda di tsunami (o maremoto) alta 1,5 metri si è abbattuta sull'isola di Stromboli, a seguito del distacco di materiale finito in mare dalla Sciara del Fuoco, una depressione sita sul vulcano attivo (omonimo dell'isola). Fortunatamente, come specificato dal ministro per la Protezione civile e le politiche del mare Nello Musumeci, l'onda di tsunami non ha provocato vittime “ma solo danni poco significativi”. Alcuni cittadini sono comunque stati invitati a lasciare temporaneamente le proprie abitazioni per tutte le verifiche del caso. Nessun danno è stato registrato nelle isole limitrofe, pur raggiunte dalle onde anomale, come ad esempio rilevato dal mareografo dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) sull'isola di Ginostra, che ha identificato un evento inferiore a quello di Stromboli. L'intero sistema di allerta messo a punto e gestito dal Laboratorio di Geofisica Sperimentale (LGS) dell'Università di Firenze alle Eolie ha funzionato alla perfezione e sull'isola sono risuonate le sirene, permettendo alla popolazione di mettersi al sicuro. Ma cosa è successo esattamente ieri pomeriggio?

A spiegarlo nel dettaglio l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), che monitora costantemente l'attività dello Stromboli, considerato uno dei vulcani più attivi al mondo. Tutto ha avuto inizio alle 15:00 ora italiana, quando i sismografi hanno iniziato a rilevare “un incremento dell'ampiezza dei tremori vulcanici”. Dieci minuti dopo “è iniziato un trabocco lavico ed una concomitante intensa attività esplosiva” nell'area del cratere a nord, seguita da una violenta esplosione in quella centro-meridionale cui sono seguiti “piccoli crolli” nella Sciara del Fuoco. Mentre proseguivano gli eventi vulcanici si sono sprigionati uno o più flussi piroclastici che sono stati probabilmente innescati “dal crollo di una parte dell’orlo craterico del settore Nord”, spiega l'INGV. Un ulteriore flusso piroclastico si è verificato alle 15:19 ed è durato “diversi minuti”, dando vita alla produzione di “abbondanti quantità di ceneri che hanno temporaneamente impedito la vista della zona sommitale” del vulcano. I flussi piroclastici sono flussi di magma e gas ad elevate temperature che scendono rapidamente dai fianchi dei vulcani in attività; tecnicamente sono definiti come una corrente bifasica che trasporta sia particelle solide – come magma, materiale litico, pomici etc etc – che gassose, come rocce vaporizzate e vapore acqueo, oltre ad altri composti.

In base al racconto dell'INGV, alle 16:40 una colata lavica sprigionata dallo Stromboli si è incanalata lungo la Sciara del Fuoco e alle 17:00 ha raggiunto la costa dell'isola. I tremori dello stratovulcano si sono intensificati in modo significativo attorno alle 16:00, “in concomitanza del primo flusso piroclastico”, ha spiegato l'istituto. Una ventina di minuti dopo l'attività sismica si è innalzata ulteriormente in associazione a un altro flusso piroclastico. “Successivamente, l’ampiezza del tremore vulcanico si è attestata su livelli medio-alti, con tendenza all’incremento”. In associazione a questa intensa attività vulcanica ci sono stati distacchi e crolli materiale che dalla Sciara del Fuoco sono finiti in mare, innescando il piccolo ma significativo maremoto di 1,5 metri.

Come sottolineato dall'INGV in un articolo ad hoc, esattamente come avviene con i terremoti, le eruzioni vulcaniche e i temporali gli tsunami possono essere di grande entità o piccoli. In parole semplici, il colossale maremoto provocato dall'asteroide Chicxuub che 66 milioni di anni fa fece estingue i dinosauri non aviani – con onde alte centinaia di metri e in grado di propagarsi per migliaia di chilometri sulla terraferma – fu un tsunami tanto quanto lo è stato quello innocuo verificatosi domenica 4 dicembre su Stromboli. Ma le piccole dimensioni non devono essere sottovalutate. Come indicato dall'INGV, infatti, anche uno tsunami di 50 centimetri può essere molto pericoloso, “a causa della sua grande energia e della lunghezza d’onda, che lo fa essere simile a un torrente in piena”. Chi è stato travolto da un'alluvione capisce molto bene il significato di questa spiegazione.

Il flusso piroclastico responsabile dello tsunami su Stromboli è stato analogo a quello scatenatosi all'inizio di ottobre, ma con è stato sensibilmente più intenso. Nel caso di ottobre, infatti, i dati rilevati non hanno fatto scattare il sofisticato sistema di allerta predisposto dall'ateneo toscano. "I sensori di pressione ubicati al di sotto delle due mede elastiche che fanno da sentinelle alla Sciara del Fuoco hanno rilevato un’anomalia del livello del mare di circa 1.5 metri picco-picco", ha spiegato l'INGV per l'evento di ieri, aggiungendo che per il flusso piroclastico del 9 ottobre "si erano registrati soltanto +/- 5 cm". I crolli della Sciara del Fuoco non sono associati al significativo terremoto di magnitudo 4.6 registrato sull'isola.

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