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Tempesta geomagnetica prevista sulla Terra il 3 agosto: cosa dobbiamo aspettarci

Gli scienziati del NOAA hanno annunciato che a causa del plasma espulso da un buco coronale si prevede una tempesta geomagnetica di classe G1 per domani.
A cura di Andrea Centini
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Credit: NOAA
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Il 3 agosto un flusso di vento solare si abbatterà contro il campo magnetico terrestre, dando vita a una tempesta geomagnetica. Lo hanno annunciato gli scienziati dello Space Weather Prediction Center (SWPC) presso la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), agenzia federale statunitense che si occupa di fenomeni meteorologici, climatici e oceanografici. L'evento, come spiegato da LiveScience, è dovuto a un gigantesco buco coronale sito nell'emisfero meridionale del Sole, che sta facendo fluire il plasma in direzione del nostro pianeta. I buchi coronali sono aree della corona solare (lo strato esterno dell'atmosfera della stella) più fredde e scure, in cui il gas elettrificato è meno denso. Da queste regioni le linee del campo magnetico solare si irradiano nello spazio e permettono alle particelle del plasma di fuoriuscire. Quando i buchi coronali sono rivolti verso la Terra, esattamente come accade con le espulsioni di massa coronale (CME) e i brillamenti, il materiale espulso può impattare sul campo magnetico terrestre dopo un viaggio di giorni, dando vita alle tempeste geomagnetiche e alle spettacolari aurore polari.

Come specificato dal sito specializzato Spaceweather.com, fortunatamente, per mercoledì 3 agosto è prevista una tempesta geomagnetica di classe G1, la più debole su una scala da 1 a 5. Per una tempesta di questa classe gli scienziati prevedono un impatto poco significativo sulle linee elettriche e qualche piccolo disturbo legato all'operatività dei satelliti, ma nulla di particolarmente preoccupante. Sono possibili anche alterazioni nei comportamenti degli animali che sfruttano il campo magnetico terrestre per migrare. L'aspetto più rilevante delle tempeste geomagnetiche di classe G1 è probabilmente la comparsa di aurore polari a latitudini più basse. Durante l'ultimo evento di questo tipo, verificatosi attorno al 20 luglio a causa di una violenta espulsione di massa coronale, l'aurora boreale si è manifestata anche nei cieli del Maine e del Michigan, negli Stati Uniti. È attesa anche per domani. Questi spettacolari fenomeni ottici si verificano poiché le particelle cariche elettricamente del vento solare si legano alle linee del campo elettrico e fluiscono nella ionosfera (tra i 100 e i 500 chilometri di altezza), interagendo con gli atomi dei gas atmosferici presenti. Questa interazione sprigiona i caratteristici archi luminosi che possono essere lunghi anche centinaia di chilometri.

Ma le tempeste geomagnetiche non sono solo piccoli problemi e spettacoli di luce mozzafiato. Una tempesta geomagnetica di classe G5 sarebbe infatti letteralmente in grado di farci ripiombare nel Medioevo per settimane o addirittura mesi, secondo gli esperti, provocando gravissimi danni alle infrastrutture elettriche, alla linea internet e alle comunicazioni radio e satellitari, dato che i dispositivi verrebbero direttamente “fritti”. Il famigerato evento di Carrington verificatosi a settembre del 1859 fece incendiare i telegrafi – gli strumenti di comunicazione per eccellenza dell'epoca -, fece prendere brutte scosse agli operatori e innescò l'aurora polare a latitudini bassissime; basti sapere che fu visibile nel cielo di Roma. Un evento del genere non è prevedibile né prevenibile; se l'espulsione di materiale solare è molto violenta e la Terra si trova nel mirino c'è ben poco che possiamo fare.

In questo periodo il Sole è molto attivo poiché si sta dirigendo verso il picco massimo dell'attività magnetica del suo ciclo di 11 anni, atteso per luglio 2025. In questa fase si formano più macchie solari e si verificano con maggiore frequenza fenomeni violenti come brillamenti e CME, che sono alla base delle tempeste geomagnetiche.

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