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Cambiamenti climatici

Strage di maiali, pesci, conigli e altri animali in Cina: “cotti vivi” dal caldo estremo

Nel 2022 la Cina ha vissuto la peggior ondata di caldo estremo della storia, ma il 2023 rischia di essere ancor più drammatico. Le temperature infernali, con centinaia di nuovi record storici per maggio, stanno già facendo strage di animali, mentre le alluvioni devastano i raccolti.
A cura di Andrea Centini
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Nelle ultime settimane la Cina è stata investita da un'ondata di calore estrema, responsabile di una devastante moria di animali in diverse regioni. Tra le specie più colpite figurano maiali, conigli e pesci di allevamento, letteralmente “cotti vivi” a causa del caldo insopportabile. La siccità innescata dalle temperature infernali sta inoltre minacciando seriamente anche il bacino del Fiume Azzurro o Yangtze, il più lungo fiume euroasiatico (circa 6.500 chilometri) che si sonda attraverso la Cina. Attorno ad esso insistono le più importanti risaie del Dragone, la cui distruzione provocherebbe danni significativi al sistema alimentare, di concerto con con quelli registrati agli allevamenti. A rendere questa situazione ancor più preoccupante vi è ciò che sta avvenendo in altre parti del Paese asiatico, ad esempio nelle regioni centrali, dove si stanno verificando le piogge più intense degli ultimi dieci anni, come riportato dalla CNN. Interi campi di grano sono stati allagati e i raccolti annientati. Siccità e alluvioni, due facce della stessa medaglia che conosciamo bene anche in Italia; entrambe sono catalizzate dallo stesso fenomeno, ovvero il cambiamento climatico legato alle emissioni di CO2 (anidride carbonica) e altri gas a effetto serra / climalteranti.

Solo lo scorso anno la Cina ha vissuto la peggiore ondata di calore della storia, per intensità, giorni consecutivi di temperature estreme e numero di persone coinvolto. Alle metà di agosto circa 1.500 stazioni meteorologiche nazionali avevano registrato massime superiori ai 37° C. Nella provincia del Sichuan il governo locale fu persino costretto a chiudere le aziende per sei giorni consecutivi per preservare le riserve d'acqua. “La Cina sta vivendo la peggiore ondata di calore mai registrata nella storia globale. L'intensità, la durata, la scala e l'impatto combinati di questa ondata di calore sono diversi da qualsiasi cosa gli esseri umani abbiano mai registrato”, aveva scritto su Twitter lo scienziato atmosferico Colin McCarthy. Quest'anno non solo potrebbe ripetersi il medesimo dramma, ma c'è il concreto rischio di una situazione ben peggiore. Non a caso record di temperature anomale sono stati inanellati già a partire dal mese di marzo, pertanto, se il trend negativo dovesse persistere, alla fine della bella stagione i giorni siccitosi e con temperature torride potrebbero risultare ben superiori a quelli del 2022.

Negli ultimi giorni la situazione si è fatta particolarmente drammatica nelle province dello Yunnan e del Sichuan, due delle regioni più colpite anche lo scorso anno. In diverse città le temperature hanno già superato i 40° C. L'Osservatorio meteorologico della contea di Qiaojia ha emesso l'ennesimo segnale di allerta arancione per il caldo estremo: per 19 giorni sono state registrate temperature superiori ai 37°C e per ben 9 giorni, a maggio, esse sono state superiori ai 40° C. Il record negativo è stato toccato alle 17:00 del 29 maggio con ben 43° C, come riportato dal servizio meteorologico cinese. Nelle città delle provincie di Hunan, Guangdong, Zhejiang, Fujian, Jiangxi  e Guangxi la colonnina di mercurio ha raggiunto i 35° C, superando i 37° C in diverse circostanze. Ben 578 stazioni meteorologiche hanno rilevato nella Cina meridionale i record storici di temperatura per il periodo di riferimento. In un simile contesto climatico sempre più persone, animali e raccolti stanno soffrendo enormemente, con rischi significativi per la salute e l'approvvigionamento alimentare. E l'arrivo di El Nino non farà che peggiorare la situazione nei prossimi mesi e anni. “Per la Cina, l'evento di El Niño porterà facilmente a una maggiore incertezza climatica nel bacino del fiume Yangtze, causando inondazioni nel sud e siccità nel nord, e un'estate fredda nel nord-est”, aveva affermato lo scienziato Sheng Xia.

Tra le principali vittime della nuova ondata di calore ci sono gli animali. Centinaia di maiali sono morti in un unico allevamento nella provincia orientale dello Jiangsu, dove un guasto alla rete elettrica ha impedito il funzionamento del sistema di ventilazione notturno. I suini sono morti soffocati e per stress da calore. Nelle risaie del Guangxi a perdere la vita sono state invece moltissime carpe d'allevamento, a causa dell'aumento repentino della temperatura dell'acqua che non ha lasciato loro scampo. Nel Sichuan si è verificata una strage di conigli per la medesima ragione; ciò ha innescato una diminuzione dell'offerta di un piatto tipico “da strada” della zona, la testa dell'animale condita con spezie piccanti (se ne consumano 200 milioni all'anno nella provincia, come riportato dalla CNN). Distrutti anche molti campi di grano nell'Henan, ma in questo caso a devastarli sono state le alluvioni, anch'esse sempre più frequenti e intense a causa delle attività umane. Per la Cina, e non solo, si prospetta un'estate di grande sofferenza climatica. E nei prossimi anni andrà sempre peggio se non faremo nulla contro il riscaldamento globale.

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