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Se senti il bisogno irrefrenabile di fare battute irriverenti potresti soffrire di questa condizione

Chiamata anche umorismo patologico o dipendenza dallo scherzo (Witzelsucht) è la tendenza a fare giochi di parole o raccontare storie e barzellette socialmente inappropriate.
A cura di Valeria Aiello
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Scherzare fa bene alla salute ma alcune volte dietro a battute e facile ironia si possono nascondere particolari condizioni che non hanno nulla a che vedere con una sana risata. Una di queste si chiama Witzelsucht, dalle parole tedesche wiltz (che significa scherzo) e sucht (dipendenza), ed è il bisogno improvviso e compulsivo di fare giochi di parole o raccontare storie e barzellette in situazioni socialmente inappropriate. Curiosamente, le persone che soffrono di questa forma di umorismo patologico sono tuttavia insensibili alle battute altrui. In altre parole, anche quando riconoscono e capiscono una battuta, queste persone non rispondono con un senso di allegria o una risata, non trovandola divertente. Il termine è stato utilizzato per la prima volta alla fine del 1880 dal neurologo tedesco Hermann Oppenhein che descrisse “la dipendenza da battute banali, eccessive e spesso sarcastiche” di quattro pazienti, tutti con tumori del lobo frontale destro.

La dipendenza dallo scherzo (Witzelsucht)

La dipendenza dallo scherzo è una condizione rara, ma in letteratura ci sono report di casi clinici che la descrivono nel dettaglio, come quello pubblicato sul Journal of Neuropsychiatry and Clinical Neurosciences dai professori Elias Granadillo e Mario Mendez della David Geffen School of Medicine dell’Università della California a Los Angeles. In particolare, i ricercatori hanno descritto due casi, di cui uno riguardante un 57enne che da tre anni mostrava una serie di comportamenti insoliti.

Il paziente era diventato un ‘burlone’, facendo sempre battute o commenti infantili e ridendo facilmente delle proprie frasi. Era anche diventato disinibito, dicendo o facendo cose inadeguate e dimostrando un’eccessiva familiarità con gli estranei” spiegano i due neuropsichiatri nel loro articolo. La condizione gli era costata il posto di lavoro dopo l’ennesima battuta (“Chi diavolo ha scelto questo posto orribile?”) e i ripetuti comportamenti in ufficio, dove “entrava, senza invito, negli uffici dei suoi colleghi e deframmentava i loro computer”.

Ulteriori comportamenti insoliti includevano disturbi compulsivi (sua moglie trovò decine di macina caffè e quasi due dozzine di camice hawaiane accumulate nel loro garage), ma anche cambiamenti nella dieta (l’uomo avrebbe mangiato lo stesso identico cibo più e più volte in un giorno, ossessionato da alcuni fast food) e un calo dell’igiene personale. “A un certo punto, non faceva il bagno da almeno sei settimane e quando gli era stato chiesto di farlo, la sua risposta risposta era stata ‘I cinesi non hanno odore corporeo’ (riferendosi alla sua origine asiatica)’”.

Dopo tre anni, l’uomo si è rivolto ai medici ed è stato valutato per i cambiamenti comportamentali. “All’esame – ripotano i due specialisti – il paziente scoppiava spesso in una risata, quasi ridacchiando, per le proprie battute, commenti o opinioni, molti dei quali erano di contenuto sessuale o politico borderline”.

Durante le visite successive, l’uomo ha continuato a fare commenti e battute frequenti, comportandosi a volte in modo piuttosto sciocco, infantile e inappropriato. “Ad esempio, durante una visita in clinica, iniziò a ballare come in discoteca. In un’altra parlò pubblicamente della sua situazione sessuale e ad una terza afferrò la cravatta dell’esaminatore e quella di un medico di passaggio, cominciando a confrontarle”. Nel corso di questi comportamenti, aggiungono i due neuropsichiatri, il paziente scoppiava rapidamente in una risata, tuttavia “non rideva né considerava divertenti le battute che gli venivano fatte, nonostante fosse in grado di riconoscere il loro senso finale”.

Nonostante la terapia farmacologica, la condizione è continuata a progredire, l’uomo ha sviluppato il Parkinson e, a distanza di 11-12 anni, è deceduto. La sua autopsia mostrò un’alterazione cerebrale (malattia di Pick) che coinvolgeva, in particolare, il lobo frontale destro.

I ricercatori hanno ritenuto che il suo bisogno compulsivo di fare battute inadeguate e agire in modo infantile fosse coerente con l’umorismo patologico o Witzelsucht, la cui causa può essere ricercata in traumi cerebrali o malattie neurodegenerative. “Le demenze, in particolare, se predominanti frontalmente, possono aumentare la produzione di umorismo, oltre a diminuire il senso dell’umorismo – precisano gli studiosi – . In particolare, i pazienti con demenza frontotemporale variante comportamentale (di cui la malattia di Pick è una forma, ndr) , specialmente se a predominanza destra, possono avere una tendenza a Witzelsucht, moria, slapstick, battute scatologiche o giochi di parole compulsivi, insieme a una ridotta comprensione di umorismo complesso o non familiare”.

Altre cause di umorismo patologico possono essere evolutive o genetiche, come la sindrome di Angelman o la sindrome del "burattino felice", la sindrome di Williams e la sindrome di Down. “Anche nell’autismo, pur essendoci un’elaborazione dell’umorismo carente legata agli aspetti sociali o socioemotivi, può manifestarsi una predilezione prominente per l’umorismo fisico e la farsa” hanno concluso i ricercatori.

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